"Ben venga la proposta di istituire in Basilicata una zona franca energetica riducendo il costo delle accise sui prodotti energetici consumati in Basilicata se essa risponde principalmente all’obiettivo di favorire nuovi investimenti, nuove localizzazioni e quindi nuova occupazione in regione, a partire dalla Val d’Agri". Così Vittorio Prinzi, presidente Associazione Bene Comune Viggiano.
"Abbiamo sempre considerato gli alti costi energetici per chi fa impresa nel territorio del primo distretto energetico italiano una forte contraddizione da superare il più rapidamente possibile. Ciò anche per difendere l’occupazione esistente che come testimoniano alcune vertenze aziendali nell’area industriale di Viggiano risente del fattore “bolletta energetica” come di quella per il consumo dell’acqua che pure è una risorsa naturale importante della Val d’Agri e, al pari dell’energia, dovrebbe costare meno alle aziende locali (comprese quelle agricole e zootecniche). Del resto i conti fatti dall’Anci – la zona franca energetica avrebbe un costo per lo Stato di soli 80/90 milioni di euro – sono sufficienti a sostenerne la validità e ad accelerarne l’iter. Non possiamo dimenticare che l’ipotesi progettuale ha molti anni di gestazione ed è stata accantonata in più occasioni con la motivazione di pareri contrari ad opera di uffici dell’Unione Europea. Se pertanto ha fatto passi avanti per superare i rilievi dell’ Ue ne siamo soddisfatti e invitiamo la Giunta Regionale ad un’accelerazione con un impegno unitario dei parlamentari lucani. E in vista dell’abolizione della card carburanti, che non abbiamo mai considerato uno strumento adeguato a compensare le popolazioni della Val d’Agri dai numerosi problemi di vita quotidiana, non rinunciamo all’idea che i carburanti, come accade in altre Zone Franche in tanti Paesi Europei, debbano avere un costo minore nelle stazioni di rifornimento della valle".
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