Il silenzio in Val d’Agri, specie da parte dei sindaci, sull’accordo sottoscritto dai presidenti delle Regioni Basilicata e Puglia, Pittella ed Emiliano, e dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, De Vincenti, per la gestione dell’acqua, è semplicemente imbarazzante e preoccupante. Non vorremmo si ripetesse il film già visto dell’intesa sugli idrocarburi che, a parte qualche “tavolo”, ha di fatto bypassato le autonomie locali della Valle.
E’ il commento dell’Associazione Bene Comune Viggiano, a firma del presidente Vittorio Prinzi, che aggiunge: proprio come l’oro nero anche l’oro blu che, è il caso di ricordare a quanti lo dimenticano, dispone proprio in Val d’Agri di sorgenti, invasi, impianti, non ha prodotto i benefici promessi da accordi ed intese precedenti. Per non parlare delle esperienze di gestione dell’Acquedotto Pugliese, Eipi, Consorzi di Bonifica, Acqua spa. Ben vengano gli interventi di tutela e salvaguardia della costa Jonica, aggredita dall’erosione, solo che – è scritto nella nota – l’invaso del Pertusillo e le sorgenti (tra tutte a Paterno) necessitano di altrettanto urgenti progetti ed investimenti di tutela e salvaguardia. Solo per il Pertusillo – evidenzia Prinzi – non è stato ancora possibile individuare con scientifica precisione le cause del diffuso e periodico inquinamento e della moria di pesci e vegetazione e quindi sarebbe indispensabile affidare un progetto ad un ente (che naturalmente non può essere “questa” Arpab) di comprovata capacità scientifica. Eppure negli anni passati i sindaci della valle si sono occupati con numerose iniziative delle questioni relative all’utilizzo delle risorse idriche sia in termini di contropartita (il cosiddetto costo all’ingrosso) e di royalties vere e proprie (al pari di quelle del petrolio) che di benefici indiretti in termini di occupazione per lavori forestali, di tutela delle sorgenti, degli argini dei fiumi, di salvaguardia dal dissesto diffuso.
L’accordo, di cui siamo in attesa di conoscere tutti i dettagli, prevede – sottolinea l’Associazione – per la gestione dell’acqua all’ingrosso la costituzione di una società partecipata dall’Amministrazione Centrale e dalle Regioni firmatarie, che esclude ogni rappresentanza dei Comuni. Siamo quindi di fronte – afferma Prinzi – allo stesso caso di centralismo che il Governo attua nei confronti della Regione per il petrolio, a parti rovesciate nel senso che questa volta penalizza i Municipi della valle.
La “buona pratica” nel campo della gestione delle risorse naturali indicata dal nostro Governatore – conclude la nota – non può fermarsi ad un metodo ma necessita di azioni concrete e tangibili per una comunità come quella della Val d’Agri già “scottata” dall’utilizzo degli idrocarburi e che si vede adesso “scippate” anche le risorse idriche.
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