Per il capogruppo dei Popolari uniti in Consiglio regionale c’è voluta una sollecitazione consiliare per accelerare un processo che da tempo si palleggiava tra i diversi Dipartimenti con il rischio di perdere i fondi
“C’è voluta una proposta di legge, quella sulle Tagesmutter o nido di famiglia, per sollecitare l'attività di sperimentazione in tre Comuni, che la Presidenza della Giunta Regionale ha pomposamente annunciato oggi. C’è voluta una sollecitazione consiliare per accelerare un processo che da tempo si palleggiava tra i diversi Dipartimenti con il rischio di perdere i fondi messi a disposizione da un intelligente accordo in sede di Conferenza unificata. Ora l'annuncio dell'avvio della sperimentazione in tre Comuni ma ancora con tanti passi da fare”. E’ quanto afferma il capogruppo dei Popolari uniti in Consiglio regionale, Luigi Scaglione, che ricorda come “la stessa riguarda solo Comuni con popolazione inferiore ai tremila abitanti e poi con un passaggio ancora da compiere nel futuro che è quello della individuazione, come si legge, dei soggetti interessati ad attivare tale iniziativa. Resta dunque tutta in piedi la esigenza forte di accelerare le procedure, di mettere a regime le iniziative della Presidenza, quelle del Dipartimento Salute e quelle autonomamente messe in campo dal Dipartimento Formazione”.
“La proposta di legge che abbiamo presentato – aggiunge Scaglione – e che a questo punto mi auguro il presidente e la Giunta facciano propria, allarga la sperimentazione, costruisce una rete qualificata di interventi, garantisce anche quei Comuni, quelli più grandi e quindi quelli con maggiori esigenze di avvio del servizio delle mamme di giorno a causa delle lunghe liste di attesa negli asili nido, di attivare un servizio nuovo, innovativo e interessante. Mi verrebbe da dire, come diceva un famoso maestro che non è mai troppo tardi e che anche in questa occasione èco nfermato che l'azione propositiva dei consiglieri e' di gran lunga più avanti di chi invece deputato al governo gira intorno ai problemi senza affrontarli direttamente”.
“E questo per un autorevole leader che, a detta della pubblicistica locale, studia da statista – conclude Scaglione – può essere un buon viatico per indicargli la strada del governo dei processi di sviluppo ad alto livello, più che immaginare di impegolarsi nelle diatribe di paese. Si è leader anche nell'elevarsi nel confronto, nel rifuggire dal pettegolezzo e dal chiacchiericcio, votando la dinamica del confronto politico agli elementi qualificanti di un'azione di governo che risponda a bisogni delle giovani generazioni e soprattutto lavorando per la innovazione ed il rinnovamento anche delle strutture gestionali troppo spesso condizionate dal dover premiare il trombato o il pensionato di turno".