Per il capogruppo di Sel “sta crescendo in Basilicata e nell’intero Paese il consenso intorno alle posizioni della Cgil coinvolgendo anche gli altri sindacati nella protesta contro le scelte del Governo”
”La manifestazione di oggi a Potenza dei metalmeccanici di Cgil, Cisl, Uil contro la cancellazione dell’art. 18 dimostra, se ci fosse ancora bisogno di verificarlo, da che parte stanno i lavoratori”. E’ il commento del capogruppo Sel in Consiglio regionale Giannino Romaniello, il quale sottolinea che “sta crescendo in Basilicata e nell’intero Paese il consenso intorno alle posizioni della Cgil coinvolgendo anche gli altri sindacati nella protesta contro le scelte del Governo. Scelte che noi siamo determinati a far cambiare, attraverso la mobilitazione, affinché il Parlamento modifichi il progetto del Governo sull'articolo 18 e la stessa riforma del lavoro”.
“Noi – aggiunge il capogruppo di Sel – continueremo a stare al fianco della Cgil in tutte le mobilitazioni di lavoratori e precari. E non lo faremo per testimoniare ma per raggiungere un obiettivo concreto e preciso: impedire che la libertà di licenziare diventi legge”.
Secondo Romaniello “è estremamente positiva la scelta della Uilm di proclamare quattro ore di sciopero a difesa dell’art. 18. Essa dimostra che al di là dell’appartenenza sindacale e di partito è possibile individuare iniziative comuni su questioni così rilevanti come i diritti dei lavoratori. Si creano adesso le condizioni per riprendere con maggiore serenità il confronto in tutte le sedi. Non c’è nulla che possa compensare la cancellazione del diritto, peraltro garantito dalla Costituzione, alla dignità dei lavoratori, che merce non sono. In questo caso, comunque, il dubbio neppure si pone: a controbilanciare l’eliminazione dell’art.18, nonostante promesse e impegni, nella proposta del governo non c’è niente. La situazione dei giovani non migliora affatto. Casomai, grazie alla sostituzione della mobilità e dell’indennità di disoccupazione con l’Aspi, un po’ peggiora. Per molti di loro, infatti, non sarà facile garantire le condizioni di accesso, due anni di lavoro con 52 settimane pagate, e in ogni caso la copertura non sarà più corta di quella sinora garantita”.