Per il consigliere regionale del Gruppo misto il terrorista “deve essere estradato in Italia e scontare la condanna che la giustizia italiana, in più occasioni, gli ha giustamente inflitto"
<div> “Deve essere estradato in Italia e scontare la condanna che la giustizia italiana, in più occasioni, gli ha giustamente inflitto. Anche la Basilicata piange un suo cittadino barbaramente trucidato per mano del mano del terrorista Cesare Battisti”. Il consigliere regionale del Gruppo misto Aurelio Pace, si unisce al coro di coloro che, questa volta, "apprezzano apertamente l’operato della magistratura brasiliana che ha arrestato mentre era in procinto di passare la frontiera tra Brasile e Bolivia il terrorista resosi protagonista negli anni '70 di una lunga scia di sangue". </div><div> </div><div> "Cesare Battisti – ricorda l’esponente di Alternativa popolare – non si è neanche pentito dei suoi delitti e del male che ha prodotto e ancora continua a fomentare. Il suo comportamento di voler rimanere al sicuro nell’accondiscendente stato brasiliano, senza spiegare le ragioni di quella stagione assurda e mostrare pentimento, non ci consente di essere ulteriormente accondiscendenti né verso la sua persona né verso le ingiustificabili decisioni dei governi brasiliani che lo hanno accolto ed hanno sempre negato l’estradizione. Il terrorista si è macchiato anche di sangue lucano con il barbaro assassinio del giovane aviglianese Antonio Santoro, trucidato il 6 giugno del 1978 a Udine dove prestava servizio nella polizia penitenziaria. Anche la famiglia Santoro, il popolo lucano e italiano, sperano che con il nuovo arresto si possa mettere la parola fine ad una vicenda che, tra ideologismi, coperture politiche ed ideologiche, a distanza di quasi mezzo secolo ancora non trova una definitiva conclusione". </div><div> </div><div> “Nessuna sete di vendetta verso chi, imbracciando armi e bandiere rosse – aggiunge Pace – ha distrutto tante famiglie e rischiato di far capitolare lo stato democratico italiano, ma solo un grande desiderio di giustizia che non affonda le radici nel rancore, ma nell’equilibrio. Cesare Battisti –conclude – dovrebbe rientrare in Italia soprattutto per spiegare ai giovani cosa significa scegliere la violenza, per dire la verità fino in fondo, per assumersi le proprie responsabilità di cattivo maestro”.</div>