L’Arcidiocesi di Potenza – Muro Lucano -Marsico Nuovo sull’intervento dei responsabili regionali della Pastorale familiare Umberto e Luciana Parigi.
“E' da un decennio almeno – è scritto nella nota -che i vescovi della Basilicata stanno denunciando la deriva a cui sta approdando la nostra regione, quella cioè di una lenta e inesorabile “morte demografica”. L'ultima allerta, in ordine di tempo, l'ha data lo Svimez con i dati sullo sviluppo nel Mezzogiorno pubblicati qualche giorno fa. E' un circolo vizioso e perverso quello che si viene a creare tra politica, società civile e mondo imprenditoriale, che occorre interrompere in modo definitivo. Del resto, il mercato non ha bisogno di regole in più o di nuove forme contrattuali, ma di uno statuto che includa i diritti inderogabili del lavoratore, soprattutto se giovane, come la sicurezza sociale, il diritto alla pensione, le forme di conciliazione, la formazione permanente. Sappiamo che quello descritto risulta essere un quadro drammatico, che non lascerebbe spazio ad alcuna speranza, se non fosse che il nostro terzo figlio di 15 anni (le sorelle sono ormai fuori regione, una alla ricerca di lavoro, e l'altra per motivi di studio), l'altro giorno ci ha detto che ama la città in cui vive, gli piace la Basilicata e sua intenzione è quella di rimanere a vivere in questa regione. Allora ci siamo detti, che non fosse altro che per questo motivo, sentiamo forte il dovere di non abbassare la guardia, di lottare per cambiare lo stato delle cose, di interessarci del ‘grido’ dei giovani, di appoggiare la loro volontà a non perdere la speranza. Crediamo, infatti, che scegliere di costruirsi una famiglia non ha soltanto un significato romantico ed esistenziale, ma anche un valore politico. La famiglia è una comunità di generazioni e al centro di questi legami vi è il dono e la cura reciproca, il dono di accogliere la vita e il compito di custodirla e di trasmetterla. Anche Papa Francesco ci ricorda che “dove non c'è lavoro, manca la dignità, e in questa sorta di ‘passione dei giovani’, dove tutto ciò che non serve al profitto viene scartato, si finisce per scartare i giovani senza lavoro, finendo in definitiva per scartare il futuro di un popolo”. Il cambiamento richiede che un'intera società di adulti converta la propria sterilità e ottusaggine e diventi generativa nell'ascolto dei giovani per restituire loro la speranza”.
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