"Dopo la sottoscrizione, da parte di tutte le principali forze sociali, dell'accordo regionale sull'apprendistato, la nostra Regione può vantarsi di avere, in materia, una delle norme tra le più avanzate del Paese, che recepisce il nuovo Testo Unico e soprattutto esalta l'idea di fondo di fare di questa tipologia contrattuale il principale strumento per offrire un buon lavoro ai tanti giovani lucani”.
Così dichiara in una nota stampa Alessandro Genovesi, segretario regionale della Cgil Basilicata.
“Le imprese non hanno quindi più scusanti: ora è il momento di investire sui giovani, di rispondere alla crisi che stiamo attraversando, mettendo da parte i tanti contratti precari finora utilizzati e facendo dell'apprendistato, per il suo valore formativo fondamentale, la vera scommessa per il domani. Come Cgil riconosciamo il positivo ruolo svolto dalla Regione e diamo atto all'assessore Viti di aver valorizzato i contributi di tutti. La bontà dell'accordo sottoscritto premia infatti un lavoro di confronto positivo tra tutte le parti sociali".
"L'accordo", continua Genovesi, "è un buon accordo con molti aspetti positivi. Tra questi evidenziamo l'importanza riconosciuta al sistema pubblico, sia nell'erogazione della formazione sia nelle fasi di verifica e certificazione dei percorsi formativi e delle eventuali competenze, in materia, dell'impresa. Abbiamo tutti comunemente riconosciuto che occorre sostenere sempre e comunque il rientro dei giovani nel sistema formativo, contrastando dispersione e insuccesso scolastico e che – per l'apprendistato per la qualifica e il diploma professionale – la durata dei percorsi deve essere di almeno 990 ore, allineata all'offerta nazionale e regionale di Istruzione e Formazione Professionale.
Ora occorre fare il possibile per mettere il sistema scolastico pubblico in grado di poter essere protagonista della formazione dei giovani apprendisti, in un ruolo più centrale rispetto alle stesse Agenzie di formazione professionale. Altrettanto positivi sono la centralità riconosciuta ai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, l'obbligo delle 120 ore di formazione nel triennio per l'apprendistato professionalizzante, i “paletti” messi per il riconoscimento della capacità formativa delle imprese. Le stesse imprese che dovranno avere locali dedicati alla formazione e distinti da quelli legati alla produzione, un tutor inquadrato ad un livello superiore rispetto alla qualifica che dovrà conseguire l'apprendista al termine del contratto formativo, con la Regione che effettuerà controlli sulle capacità delle imprese stesse.
Il tutor dovrà inoltre seguire specifici corsi di almeno 16 ore e, ogni tre anni, un corso di aggiornamento di 8 ore. Ovviamente, garantendo un periodo transitorio di 45 giorni qualora un'impresa voglia assumere un giovane in apprendistato e non abbia ancora un tutor formato (questo per permettere da subito a tutte le aziende di poter già assumere)”.
"Insomma" conclude il segretario della Cgil – Genovesi "la Regione ha condiviso l'idea che, nel contratto di apprendistato, la formazione, sia di base sia tecnico-professionale, debba essere formazione vera: perché sono conoscenza e qualità del lavoro che oggi fanno la differenza e non la riduzione dei diritti e delle tutele”.
BAS 05