Angela Lombardi (Prc): spezzare il clima di antipolitica

Questione morale: sul dibattito sviluppatosi sui media regionali e in seguito al comunicato del gruppo consiliare regionale del Pdl scaturito dalla conferenza stampa di questa mattina, interviene con una nota Angela Lombardi, dirigente regionale e nazionale del Partito della Rifondazione Comunista:

“Sento il bisogno di una lettera pubblica che abbia la funzione di spezzare il clima di antipolitica che non solo non fa bene alla salute pubblica ma non aiuta a risolvere i problemi, i tanti problemi che pure questo paese e questa regione hanno.
Fa specie sentirsi citare in tv e vedere il proprio nome sui giornali non per raccontare una campagna politica, cito l'ultima, che insieme a tante e tanti ho animato per chiudere quella vergogna che il governo in carica ha chiamato accoglienza e che invece è una prigione dove sono stati reclusi cittadini del mediterraneo che non hanno commesso alcun reato: il CIE di Palazzo San Gervasio appunto. Si cita il mio nome, invece, per dire che appartengo ad una presunta casta di cui il paese dovrebbe liberarsi, perchè sono una precaria. Non credo che essere precari sia un privilegio e se l'occupazione dell'opposizione politica in questa regione è quella di indicare una condizione terribile come il terreno del privilegio allora si spiega quella inesistenza di contributo politico che pure è dovere di una opposizione degna di questo nome.
Troppo facile animare una campagna di veleni a partire dal fatto che svolgo un lavoro in Regione e sono stata meritatamente una parlamentare della Repubblica eletta dal PRC. Nessuna donna della lucania e poche del mezzogiorno sono state elette in parlamento ancora trentenni. Io sono tra questo piccolo numero e meritatamente appunto, senza avere mai frequentato indegni salotti. Sono da sempre una dirigente politica, dai miei vent'anni e questo non mi ha impedito di chiudere il mio ciclo di studi universitari con il massimo dei voti. Questo vale per tutte e tutti gli studenti, non sempre per quelli, come me, che gran parte della loro vita studentesca la hanno trascorsa anche dentro i grandi movimenti quello della Pantera e non solo. Anche in questo caso, a sentire una certa cultura che torna ciclicamente, saremmo stati gli studenti peggiori, invece i fatti e i titoli dicono il contrario. E' valso per me e per la maggior parte degli studenti che come me pensava a fare gli esami e a prendere parola sulle questioni del mondo. Ho brillantemente diretto, giovanissima e da donna, il PRC in questa regione forza di governo e di opposizione, e devo dire, senza fare una affermazione nostalgica, si sente la mancanza di una forza di quella levatura morale e politica. Sono stata scelta candidata alla Camera da una larga consultazione del partito e dei movimenti che anche noi avevamo animato. Per questo sono grata al mio partito e alle compagne e i compagni che mi hanno offerto la possibilità di una grande crescita politica e personale, attraverso la mia pur breve esperienza di parlamentare. Questa esperienza mi ha reso più ricca ma non in termini economici. Il mio conto in banca continua a sfiorare il rosso fisso, non me ne vergogno e credo che sia un segno di una grande ingiustizia che la mia generazione faccia i conti pesantemente con il rischio povertà. Sono attualmente una dirigente nazionale e regionale del PRC, un partito in gravi difficoltà economiche e per questo ho presentato le dimissioni dal mio contratto a tempo indeterminato presso la direzione nazionale senza rinunciare alla funzione di direzione politica. Racconto questa storia perchè mi hanno insegnato le donne, le femministe in particolare, che “il personale è politico” e la mia non è una storia individuale ma di una precisa generazione. Infatti coerentemente continuo a seguire la mia passione, l'impegno politico per trasformare la realtà, ruolo che svolgo con generosità e senza percepire denaro, e lavoro come tutte e tutti. Per la mia generazione il lavoro è precario. Questo è un problema da risolvere, di cui la buona politica dovrebbe occuparsi. Anche io per vivere svolgo un lavoro precario. A differenza di tanti mi batto per scardinare la precarietà mia e della mia generazione e dal momento che è una condizione che non mi limito a narrare ma che vivo sulla mia pelle quotidianamente questo rende la ricerca delle soluzioni e il contributo politico vero e prezioso. Una condizione che ho sempre rivendicato e che mi ha fatto fare anche errori che oggi giudico di “boria giovanile”. Sono stata infatti tra quei parlamentari che non hanno votato, sbagliando, il “pacchetto del welfare” proposto dal governo Prodi. Continuo a pensare che quella non era una buona proposta ma che in politica contrapporsi con il voto non è necessariamente utile. Aveva ragione Bertinotti che mi ammonì con “siamo lontani dal risolvere la questione della precarietà”. Ho sempre pensato ai privilegiati come ad altri, sono quelli che per vivere una vita degna non hanno bisogno di lavorare, quelli a cui tutto è permesso in nome di una appartenenza ad una precisa classe.
Purtroppo nel paese governato da Berlusconi, in profonda crisi morale, politica ed economica, una ex parlamentare che oltre ad essere una dirigente politica si guadagna da vivere lavorando in modo precario fa il paio con le case miliardarie che ministri di centrodestra ricevono in regalo. In un paese non in declino anche culturale non sarebbe possibile, anzi chi come me non abbandona la terra e le sue miserie, dovrebbe essere l'esempio della politica vissuta come missione.
Lo so in questa terra i problemi sono enormi e il centrosinistra che da sempre governa non sempre ha offerto opportunità soprattutto ai giovani lucani e non sempre brilla per questioni morali. Una opposizione seria su questo tema avrebbe cose politiche da dire, proposte da avanzare. Lo so che ai tanti disoccupati e a tanti altri precari persino il mio, come quello degli altri, diritto ad avere un lavoro può sembrare uno sfregio.
Non è così che si superano le ingiustizie. Sono sicuramente una donna che ha diritto al lavoro come tutti-e e credo di essere tra quelle lucane non più giovanissime, ma ancora giovane che ha maturato esperienze importanti, che possono dare un contributo di merito alla nostra regione che vorrei non abbandonare per uno strano vincolo d'amore per una terra che alla mia cultura e al mio genere non ha mai fatto regali. Credo di avere titoli e meriti per farlo e non per me personalmente, non lo chiede la missione politica. Non appartengo al partito dell'assessora Mastrosimone né al PD e non credo di offendere la sinistra, alla quale sono convintamente ancorata, se vivo come tutte e tutti i precari, con un contratto a termine e un salario modesto, come capita a tutti e tutte sopratutto molto al di sotto delle competenze. Credo di dare lustro alla politica e alla sinistra anche per questo”.

BAS 05

    Condividi l'articolo su: