Agricoltura, Romaniello: un argine alla cementificazione

L’invito è stato lanciato durante la manifestazione meridionale sull’agricoltura organizzata da Sel a Lavello

“I dati sul fenomeno della cosiddetta urbanizzazione in Basilicata, che in un ventennio, dal 1990 al 2010, ha ceduto il 16,7 per cento dei terreni agricoli alla cementificazione o comunque all’abbandono delle aree rurali, rafforzano le proposte emerse dalla manifestazione meridionale sull’agricoltura che Sel ha tenuto a Lavello”. E’ quanto sottolinea il capogruppo di Sel in Consiglio regionale, Giannino Romaniello, evidenziando che “sono stati sottratti alle produzioni agricole, silvo-forestali e di rimboschimento tra i 60 e i 70 mila ettari di terreno, con il risultato che la perdita di superficie agricola, e la conseguente riduzione della produzione, impedisce al Paese di soddisfare completamente il fabbisogno alimentare nazionale e aumenta la dipendenza dall’estero.

"Il disegno di legge 'Valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo' presentato di recente dal ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania – fa notare Romaniello – dovrebbe avviare una svolta e consentire il rilancio del comparto agricolo. Specie in Basilicata dove, secondo dati diffusi dalla Cia, in dieci anni sono scomparse ben 26 mila aziende agricole,  c’è bisogno di rimettere al centro dell’agenda politica il tema dell’agricoltura e con esso quello dell’agroalimentare, capace di generare occupazione, sviluppo dell’economia locale e garantire maggiore reddito per gli addetti e le loro famiglie, titolari delle grande maggioranza delle aziende agricole. C’è dunque l’esigenza di più agricoltura e di accrescere la sua funzione. D’altra parte, proprio il settore primario a causa dell’incuria e della cementificazione ha subito pesanti contraccolpi. Il territorio è, quindi, da preservare e da consegnare alle generazioni future senza comprometterlo. E per raggiungere quest’obiettivo abbiamo presentato a Lavello la proposta di concedere in fitto a giovani agricoltori terreni demaniali”.

“Tra i punti più significativi del provvedimento del Governo atteso alla prova dei fatti e che chiama in causa una rinnovata azione delle Regioni – continua il consigliere – vengono identificati come ‘terreni agricoli’ tutti quelli che, sulla base degli strumenti urbanistici in vigore, hanno destinazione agricola; si introduce un meccanismo di identificazione, a livello nazionale, dell’estensione massima di terreni agricoli edificabili (ossia di quei terreni la cui destinazione d’uso può essere modificata dagli strumenti urbanistici). Ancora, si prevede il divieto di cambiare la destinazione d’uso dei terreni agricoli che hanno usufruito di aiuto di Stato o di aiuti comunitari; viene incentivato il recupero del patrimonio edilizio rurale per favorire l’attività di manutenzione, ristrutturazione e restauro degli edifici esistenti. Le Regioni in particolare dovranno stabilire il limite delle aree edificabili che entreranno a far parte di un registro presso il Ministero delle politiche agricole”.

“Per Sel – conclude Romaniello – per accompagnare i nuovi processi di sviluppo rurale non è più rinviabile la riforma della governance agricola immaginando un nuovo ruolo per l’Alsia e i Consorzi di Bonifica”.

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