Abolizione vitalizi, Folino: tolto istituto anacronistico

Il presidente del Consiglio regionale: “Chi svolge funzioni pubbliche deve essere uguale agli altri. Bisogna eliminare gli sprechi e non l’agibilità democratica”

L’approvazione della legge sull’abolizione dei vitalizi dei consiglieri regionali a partire dalla prossima legislatura “è un’ulteriore tappa del percorso avviato un anno fa con la riduzione delle indennità. Un percorso che dovrà proseguire con una attenta analisi per definire, anche in rapporto alla discussione in atto nelle altre Regioni e in sede parlamentare, un’ulteriore contenimento dei costi del sistema regionale. Il presidente De Filippo e il governo regionale sono impegnati in questo senso, ed anche il Consiglio regionale farà la sua parte per ridurre ulteriormente i costi dell’apparato pubblico”. Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Vincenzo Folino, commentando l’approvazione, avvenuta oggi in Consiglio regionale, di una proposta di legge sull’abolizione dei vitalizi dalla prossima legislatura.

“Andando oltre un dibattito astratto sui costi della politica – aggiunge il presidente dell’Assemblea -, la scelta del Consiglio regionale ha il merito di essere intervenuta concretamente per abolire un istituto anacronistico che non risponde al principio di transitorietà della politica e delle cariche pubbliche. Chi svolge funzioni pubbliche deve essere uguale agli altri. Occorre ora valutare le scelte che stanno maturando a livello nazionale con la ventilata introduzione del sistema contributivo, che risolverebbe anche il problema del cumulo di vitalizi e pensioni per chi ricopre cariche pubbliche, affermando così in concreto un principio di uguaglianza. Una scelta che discuteremo anche in Basilicata”.

“Il dibattito sui costi della politica – afferma ancora Folino – va sottratto però alle pulsioni populiste ed agli attacchi di qualche grande editorialista nazionale che vorrebbe ridurre, insieme ai costi, anche gli spazi della democrazia e della rappresentanza. Anche oggi dalle colonne del Corriere della Sera viene rilanciata la proposta di valutare le spese delle Regioni in base ad un costo standard parametrato al numero degli abitanti. Ho già detto e ribadisco che si dovesse assumere unicamente questo parametro (e lo stesso ragionamento si potrebbe fare per la scuola, per i servizi pubblici, per la sanità), in Italia continuerebbero ad esistere solo le Regioni più popolate. Ci sono spese fisse, che prescindono dal numero di abitanti e che tutte le Regioni devono sostenere. E ci sono invece spese che si possono ancora tagliare, e siamo impegnati a farlo senza clamori nell’interesse della comunità. Ridurre da 30 a 20 i consiglieri regionali in Basilicata, come prevede una recente decisione del Parlamento, significherebbe ridurre gli spazi di democrazia e prevedere un Consiglio regionale nel quale sarebbero rappresentati solo i capoluoghi ed i territori più forti. Bisogna quindi eliminare gli sprechi e non l’agibilità democratica. Solo così sarà possibile permettere a tutti di partecipare alla vita politica, a prescindere dal ceto sociale di appartenenza”.

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