Abiusi (Ambiente e Legalità) su regolamento Arpab

"A firma di Iannicelli  è stata pubblicata la delibera 174 del 24-3-2016 avente come oggetto la modifica degli articoli 22 e 23 di un regolamento interno redatto nel 2001 e che richiama la legge 241/90 . Non è opportuno in questo momento in cui all'Arpab si chiede la massima trasparenza alzare steccati. Il decreto legislativo 33 del 4/4/13 con il quale è stato introdotto l’accesso civico disciplinato dall’art. 5,  esso   prevede l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di rendere noti i documenti, le informazioni o i dati, attribuendo allo stesso tempo il diritto di chiunque a richiedere i medesimi, nei casi in cui sia stata omessa la loro pubblicazione". Lo afferma, in una nota, Pio Abiusi (Associazione Ambiente e Legalità).
"La richiesta di accesso civico come prevista dalla nuova normativa non necessita di alcuna limitazione e cosa più importate è che la legittimazione soggettiva del richiedente non deve essere motivata, è inoltre gratuita e va presentata al responsabile della trasparenza dell’amministrazione obbligata alla pubblicazione esso dovrà poi pronunciarsi sulla stessa istanza. Non crediamo di aver parlato arabo".
"I tempi sono cambiati – aggiunge Abiusi – specie perché sono passati 26 anni dalla legge 241/90  e 15 dal regolamento interno pubblicato in ritardo". "Oggi esiste l'elettronica ed anche certi dirigenti dell'Arpab debbono adeguarsi alla tecnologia che è imperante, oltre alla  trasmissione elettronica  i dati vanno  pubblicati on line. Il nuovo direttore generale dell'Arpab sa che anche in  Basilicata le missive non viaggiano più con la diligenza. La convenzione di Aarhus, in materia ambientale, dovrà essere Vangelo. 
Ricapitolando: i dati ambientali vanno pubblicati il prima possibile, sul sito di Arpab e si proceda ad un restyling dello stesso, le richieste saranno  inoltrate via Pec e le informazioni ambientali se non pubblicate vanno trasmesse al richiedente elettronicamente e tempestivamente. Per dirla in maniera semplice la cartella clinica non può essere trasmessa alla morte del paziente.
Auspichiamo  ancora una volta di vedere funzionare in modo accettabile quella “sola” denominata CMA- centro di monitoraggio ambientale".

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