“Economia Ecologia e Beni Comuni, Visioni ed esperienze oltre il Capitalismo” è il titolo di un evento che si terrà sabato 20 ottobre nel Salone Parrocchia S.S. Anna e Gioacchino (Mattina ore 10:00 – 13:00, Pomeriggio ore 17:00 – 20:00) con Alberto Castagnola e Daniela Degan. Lo annunciano in una nota gli organizzatori dell’evento (GVS Potenza, Associazione Respira La Terra, Bottega Equomondo, WWF Potenza e Aree Interne). “L’iniziativa si propone di raccontare esperienze e buone pratiche di economia, di cooperazione, di socializzazione e di gestione partecipata e comunitaria dei beni e dei servizi (energia, cibo, acqua, trasporti, rifiuti, sanità, etc.), che trascendono le regole di economia e convivenza imposte dal dogma del profitto, del denaro e di indicatori matematici. Il benessere e la qualità della vita, individuali e collettivi, non dipendono principalmente dalle ricchezze materiali e dalla disponibilità di merci. Le buone relazioni, la democrazia delle istituzioni, la salute di ciascuno di noi e dell’ambiente, la disponibilità dei beni essenziali, il tempo liberato al lavoro produttivo e allo stress, rappresentano solo alcuni di quegli indicatori qualitativi, che dovrebbero prima affiancare e poi sostituire i parametri istituzionali di misurazione del progresso e dello sviluppo. Paolo Cacciari, declinando il significato di Beni Comuni ci ricorda che “I beni comuni e il Comune, infatti, devono ancora trovare un pieno riconoscimento giuridico, un sufficiente apprezzamento sociale e una traduzione pratica in un modo coerente di stare al mondo… devono diventare il centro portante del complessivo nuovo assetto sociale. Un tale ribaltamento richiede approcci teorici e pratici transdisciplinari e, soprattutto, richiede l’assunzione di forme di responsabilità diretta da parte di tutte e tutti. Pensiamo a forme di democrazia diretta e/o consiliare che possono affiancarsi sin da subito alle classiche istituzioni democratico-rappresentative”. Individualismo, frammentazione, competizione esasperata e intolleranza rappresentano i caratteri predominanti e le conseguenze di una cultura della barbarie che trova il suo fondamento nell’iperliberismo e nel capitalismo aggressivo e la sua concretizzazione politica nella diffusione di governi xenofobi, autoritari e reazionari : che basano il proprio consenso sulla paura verso l’altro, la disumanizzazione e la demonizzazione dei più deboli; che oscurano le cause strutturali delle crisi e dei malesseri di una società manipolata e anestetizzata; che bloccano quella conversione ecologica quanto mai urgente e necessaria se la specie umana vuole darsi un futuro”.