La festa al Quirinale dedicata alle "Donne per la pace" dopo la diffusione delle statistiche pubblicate nel Rapporto annuale del World Economic Forum sulla situazione nel 2016 del “gender gap” nel mondo che mostrano come il nostro Paese si collochi solo al 50esimo posto della classifica generale, oltre al riconoscimento che le donne di pace sono "le vittime di violenza" che oggi si impegnano a favore dei diritti delle altre donne, ha un significato speciale. E’ il commento di Rosa Gentile, componente dell’esecutivo nazionale di Confartigianato e dirigente nazionale di Donne Impresa, che ha partecipato oggi a Roma all’iniziativa conclusa dal discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha ricordato come quella del femmicidio sia ancora "un'emergenza sociale tragica e inquietante". I dati del Wef – aggiunge – segnano per le donne italiane un peggioramento di nove posizioni rispetto allo scorso anno. Particolarmente allarmanti sono la collocazione dell’Italia alla 117esima posizione nella classifica parziale relativa alla partecipazione economica e alle opportunità, e quella al 56esimo posto nella parità nel campo dell'istruzione.
Le parole del Presidente Mattarella – continua Gentile – incoraggiano e rafforzano l'impegno delle associazioni e dei movimenti di donne contro la violenza e la consapevolezza che solo creando reti fatte di competenza e professionalità, si può generare sicurezza per le donne e i loro figli. E' il progetto da sostenere della rete dei servizi anti-violenza, da finanziare attraverso il fondo per le pari opportunità da destinare alle attività di sostegno e potenziamento dell'assistenza alle donne vittime di violenza e dei loro figli, attraverso il rafforzamento della rete dei servizi territoriali e dei centri antiviolenza e delle case rifugio, per promuovere misure di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne, sostenere gli orfani delle vittime di femminicidio. La mia sensazione è che le pari opportunità – afferma Gentile – siano ancora vissute esclusivamente come norme ed obblighi e che le donne rappresentino qualcosa che ancora male si inserisce nel sistema produttivo. Non valorizzare la sfera rosa può significare non rendersi conto della potenzialità, della creatività, dell’abilità e delle motivazioni che la stessa può portare nella nostra società, ma per attuare serie politiche di pari opportunità è fondamentale che se ne parli sempre e di continuo. Ma sono sempre più convinta che la cultura della parità si costruisce attraverso una rete di contatti e scambi di informazioni con tutte le associazioni che si battono per la difesa dei diritti delle donne, coinvolgendo assolutamente in questo anche gli uomini, al fine di dare forza, maggiore incisività e diffusione al lavoro delle donne presenti nelle istituzioni, nel mondo del lavoro e nelle associazioni, definendo una linea comune nelle attività future delle pari opportunità. E perchè l'impegno non si esaurisca in una Giornata vanno evidenziate le iniziative messe in campo dall’associazionismo che, da tempo, si trova periodicamente attorno ad un tavolo per discutere di obiettivi comuni, di azioni e sforzi sinergici da mettere in campo per lavorare sia verso l’abolizione di vecchi retaggi culturali, specie di quelli che indirizzano le donne verso le solite professioni in grado di far conciliare la vita professionale con quella familiare, sia per cercare di far svanire nelle stesse la paura di non poter sostenere da sole il percorso imprenditoriale. Oggi più che mai è doveroso considerare la crescente necessità che le donne hanno di lavorare, del loro desiderio di autonomia e, in particolare, della volontà di poter contribuire al miglioramento del reddito familiare, anche in considerazione del fatto che sono ormai numerose coloro che vantano il possesso di talenti professionali specifici. Dalla Giornata – conclude – usciamo comunque rafforzate nella determinazione a proseguire il percorso ed affermare valori e comportamenti culturali innanzitutto di rispetto tra i sessi.