150 anni Unità Italia, il discorso di Folino

Il presidente del Consiglio nel ripercorrere le tappe più significative dal Risorgimento ad oggi, ha ricordato i protagonisti di ieri e di oggi che hanno fatto crescere la Basilicata

“Tra il 16 e il 18 agosto del 1860 moltissimi lucani, soprattutto giovani, provenienti da ogni paese, ed anche da quelli più piccoli, tra Corleto Perticara e Potenza, cacciando i Borboni, agevolarono il cammino di Garibaldi verso Napoli alla guida dei mille, tra i quali era presente il materano Giambattista Pentasuglia. La partecipazione forte ed organizzata dei lucani fu principalmente opera di Giacinto Albini, che sin dal 1857, dopo la tragica conclusione della spedizione di Carlo Pisacane, si adoperò per unire le diverse componenti del pensiero risorgimentale, mazziniane, garibaldine e cavouriane, facendole confluire nell’insurrezione lucana del 1860 a seguito della quale si insediò il Governo Prodittatoriale”. E’ quanto ha ricordato il presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Folino durante il suo intervento alla seduta straordinaria e solenne del Consiglio regionale dedicata alla celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia.

"In Basilicata le idee di libertà e la necessità di unire l'Italia – ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale – erano inizialmente coltivate nei circuiti politici e culturali afferenti alla massoneria e alla carboneria, come dimostrano i moti del 1821, 1822 e i moti del 1848/49. Quelle idee di libertà affondavano le proprie radici nelle vicende del 1799, che videro piantare ‘alberi della libertà’ in molti comuni lucani”. Folino, poi, si è soffermato sul processo storico che portò all’Unità d’Italia, sul fenomeno del brigantaggio e sulla “questione meridionale” ponendo l’attenzione sul lavoro svolto da Giustino Fortunato e Francesco Saverio Nitti i quali “con analisi e valutazioni dialettiche differenti, prima e meglio di altri hanno trattato la questione meridionale anche con significativi riferimenti alle questioni economiche e soprattutto alle relazione tra ambiente, territorio e sviluppo”. E, ancora un richiamo a “Giuseppe Zanardelli, bresciano, grande statista, esponente politico della vecchia guardia risorgimentale che effettuò la storica visita nel 1902, riportando la questione lucana all’attenzione del Parlamento”.

Il Presidente Folino ha sottolineato che è "nella vicenda dell'Unità d'Italia che si rafforza l'identità della Basilicata, terra di storia plurimillenaria, come soleva definirla  Don Giuseppe De Luca, che con il Risorgimento esprime il suo protagonismo attraverso tanti uomini a cui oggi va il nostro ricorso: Mario Pagano, Francesco Lomonaco, Luigi La Vista, Nicola Sole, Giacinto Albini, Carmine Senise, Pietro La Cava, Floriano del Zio, Ferdinando Petruccelli della Gattina, Giacomo Racioppi, Michele Torraca, Ascanio Branca, Pasquale Grippo, Ettore Ciccotti, Nicola Miraglia, Emanuele Gianturco, Francesco Torraca. Con loro, e con tanti altri, noti e meno noti, si è affermata una Basilicata che ha saputo crescere nella storia d’Italia, che ha vissuto le contraddizioni di una questione meridionale mai risolta, che ha conosciuto l’emigrazione e le migrazioni. Che non si è fermata davanti alle prove più difficili che la storia le ha riservato”.

Il presidente del Consiglio ha citato “i meriti acquisiti dalla nostra regione in vari frangenti della storia, a partire da quelli maturati con il decisivo apporto agli avvenimenti del 1860 – ‘61, ma poi anche con la partecipazione alla terza Guerra di indipendenza, con l’altissimo numero di caduti della Prima guerra mondiale, con l’importante percorso di bonifica del Metapontino avviato negli anni del fascismo, con coloro che lasciarono la vita o patirono persecuzioni, discriminazioni e dura prigionia a causa della Seconda guerra mondiale e coloro che si immolarono il 21 Settembre 1943 per liberare dai nazifascisti la città di Matera, medaglia d’argento al valore militare, e le vittime di Rionero in Vulture, contribuendo così alla nascita del nuovo Stato, della nuova Italia repubblicana e democratica, della cui Assemblea Costituente fece parte, oltre al già Presidente del Consiglio ed esule antifascista Francesco Saverio Nitti, il giovanissimo deputato Emilio Colombo, oggi senatore a vita”.

Il ringraziamento di Folino è andato anche “ai lucani delle tante Basilicate che vi sono in Italia e nel mondo, a coloro che nelle forze dell’ordine hanno combattuto il terrorismo, e a quanti sono morti nelle missioni di pace all’estero”.

Il presidente del Consiglio regionale ha richiamato  “la nascita ed i quarant’anni della Regione Basilicata, il recupero dei Sassi di Matera che diventano patrimonio Unesco rappresentando quel difficile rapporto e poetico tra uomo, natura e cultura, la nascita della Università della Basilicata, le vicende del terremoto dell’80 e la battaglia civile di Scanzano, due eventi così lontani nel tempo e così diversi, che hanno però messo in evidenza la stessa capacità di un popolo di fare ricorso alle sue virtù più profonde: la coesione sociale, l’identità e la memoria”.  “Un patrimonio – ha continuato – che le nostre comunità e le nostre istituzioni hanno il dovere di non disperdere”. Il pensiero del presidente è stato rivolto, infine, a Leonardo Sinisgalli, personaggio simbolo della Basilicata alla mostra delle Regioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. “E’ lui – ha concluso – con la sua capacità di unire cultura umanistica e cultura scientifica, ad indicarci il percorso che la Basilicata di oggi vuole compiere per vivere pienamente la modernizzazione”.

In chiusura di seduta, il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Vincenzo Folino ha rivolto un pensiero affettuoso e di solidarietà al popolo nipponico che sta vivendo ore drammatiche.

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