Pittella e Santochirico (Pd): il valore della democrazia

“Le riforme istituzionali riguardano l'organizzazione della democrazia, le forme di gestione di attività o servizi ed esigono grande ponderazione al momento dell'adozione con prospezione nel tempo per prevedere effetti, conseguenze, risultati”

“In questo scorcio di fine anno le riforme istituzionali tornano a magnetizzare il dibattito politico.
Con la finanziaria 2011 la Giunta regionale ha proposto di abrogare le Comunità Locali e varare le convenzioni obbligatorie per il servizio idrico integrato ed il ciclo integrato dei rifiuti. Qualche giorno fa il Presidente della Regione ha preannunciato un riassetto di enti e organismi nel comparto agricolo almanaccando soluzioni plurime e, a volte, alternative, fra rivisitazione e abolizione tout court”. E’ quanto sottolineato dai consiglieri regionale del Partito democratico, Marcello Pittella e Vincenzo Santochirico.

“Le riforme istituzionali, è bene ricordarlo, sono provvedimenti particolarmente impegnativi.
Poiché riguardano l'organizzazione della democrazia o le forme di gestione di attività o servizi – sostengono i consiglieri – esigono grande ponderazione al momento dell'adozione con una capacità di prospezione e proiezione nel tempo per prevedere effetti, conseguenze, risultati. C'è, quindi, innanzi tutto bisogno di una discussione estesa, di una raccolta ampia di opinioni, di un riscontro diffuso della percezione e della valutazione, di un esame rigoroso con la comunità degli interessi e dei territori coinvolti, di una verifica tecnica e comparativa che ne faccia cogliere criticità e potenzialità. In secondo luogo, poiché sono infinite le combinazioni istituzionali, le compilazioni giuridiche, le relazioni orizzontali e verticali, è opportuno che preliminarmente si indichino e si condividano i valori e le finalità, prescrivendone anche le priorità, di modo che inizialmente orientata la selezione delle soluzioni istituzionali e successivamente consentita la verifica di congruità tra gli obiettivi prefissati e i mezzi prescelti. Come si vede, è assolutamente preclusa, in questo campo, la possibilità di improvvisare, di imporre, di accelerare repentinamente”.

“Già per queste ragioni – precisano Pittella e Santochirico – non convinceva il metodo seguito dal Governo regionale di inserire nella Legge finanziaria norme che cancellavano, non solo una legge, ma un'istituzione, ancorchè in fieri, e ridisegnavano il profilo istituzionale di due servizi pubblici fondamentali, quali sono quelli dell'acqua e dei rifiuti. Una motivazione particolarmente ricorrente in queste settimane, a giustificazione dell'impellenza di interventi razionalizzatori, è la contrazione dei trasferimenti statali alla Regione ed agli Enti locali. In verità, proprio questo argomento militerebbe a favore di una maggior cautela. Per assicurare riduzioni permanenti ed effettive della spesa bisogna essere ancora più attenti e lungimiranti. Non basta eliminare un centro di costo per eliminare una spesa. Se poi le attività o i servizi che da esso dipendevano devono essere mantenuti e trasferiti, sarà indispensabile considerarne le implicazioni, dell'idoneità all'economicità dell'alternativa per intendersi, oltre che le congruità e l'accettabilità dal punto di vista sociale e democratico. Anche sotto questo aspetto, è del tutto improprio l'uso della finanziaria per legiferare in materia istituzionale. D'altronde, sia detto semplicemente e senza enfasi, la democrazia non ha prezzo. Se si considera che l'esame della Legge finanziaria nelle Commissioni è ristretto in poco meno di una settimana e che, inoltre, la I Commissione avrebbe potuto dedicare una sola seduta a norme che sconvolgono le forme di democrazia nel territorio e riscrivono la tipologia soggettiva che presiede ai servizi idrico e dei rifiuti, non si può che convenire sull'erroneità e l'inadeguatezza della via seguita. Per queste ragioni – affermano Pittella e Santochirico – è stata saggia la decisione unanime della I Commissione di espungere queste norme dalla Legge finanziaria nella seduta del 14 dicembre. L’unanimità della risoluzione testimonia e conferma la solidità del convincimento di affidare le riforme istituzionali alle vie ordinarie”.

“Il capo IV della Legge finanziaria, pertanto, andrebbe consegnato ad un disegno di legge specifico che dovrebbe avere un autonomo iter, benché se ne possano predefinire i tempi per andare incontro alle esigenze che impongono norme nazionali (la legge 42/10) o processi istituzionali in corso (vedi Comunità locali) o anche, se sussistenti realmente, esigenze finanziarie Al Consiglio regionale – sottolineano i consiglieri – va restituito il necessario spatium deliberandi, consentendo alle forze politiche ed ai gruppi un confronto vero e articolato e ai singoli consiglieri di esercitare con onore e rigore il mandato ricevuto dagli elettori. Il Presidente della Regione ha voluto riproporre le ragioni della sua scelta in I Commissione. L’audizione di venerdì 17 non ha presentato novità, tranne una ridefinizione della posizione del Pdl, tramite il suo capogruppo, per il resto essendo state riproposti orienamenti e argomentazioni già espressi”.

“Il Presidente, intervenendo in conclusione, ha manifestato l'intento di voler tener conto del dibattito in Commissione. Vedremo le novità in Consiglio. L'auspicio é che si vogliano prendere sul serio le istanze e i valori invocati. Chi pensa a tatticismi é completamente fuori strada. La democrazia della Regione – concludono Pittella e Santochirico – non é questione bagatellare, magari di partito o di gruppo, o contingente, ma attiene agli interessi fondamentali della comunità e dei territori, di oggi e di domani. Nessuno ne sottovaluti la portata, alla quale moralmente e politicamente vanno commisurati comportamenti e azioni”.

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