Interrogazione del consigliere del Movimento per le autonomie “per conoscere quali azioni, atti e procedure la Regione intende adottare per fronteggiare le necessità e le incertezze venutesi a creare”
“Il Piano di indirizzo energetico ambientale regionale non deve restare lettera morta”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale Mpa, Francesco Mollica, nel presentare un’interrogazione urgente al Presidente della Giunta con risposta in Commissione.
“La materia dell’energia – afferma Mollica – riveste una notevole importanza, sia per l’attenzione da parte degli imprenditori e degli addetti al settore, sia per i vantaggi sul piano dello sviluppo regionale nei vari ambiti, ed è per questo che bisogna colmare il vuoto normativo generato dalla varie vicissitudini giudiziarie e legislative. In particolare – specifica Mollica – a seguito dell’emanazione del Decreto legislativo, il decreto cosiddetto ‘Romani’ (n. 28 del 29 marzo 2011), si è ampliato il vuoto legislativo, già creato dalle sentenze della Corte costituzionale e, pertanto, il quadro normativo regionale è ancora più incerto e confuso con conseguente disorientamento da parte dei Comuni sull’approvazione della Pas ( Procedura amministrativa semplificata)”.
“Il disorientamento, inoltre – continua Mollica – è da imputare anche alla dichiarazione di illegittimità costituzionale di alcune norme della legge regionale n. 21 del 2010 che modifica la legge regionale n. 1 dello stesso anno, riguardante il Piano energetico regionale, illegittimità pronunciata con sentenza n. 107 del 2011. Occorre evidenziare – sottolinea il consigliere – che durante i lavori di adozione del disciplinare, la competente Commissione consiliare sollecitava l’introduzione di una norma transitoria in materia di Dia, volta a dissipare ogni dubbio ed a dare certezza normativa, nonché diretta ad evitare, come poi accaduto, dichiarazioni di illegittimità costituzionale. Purtroppo, tale proposta non è stata accolta ed inoltre, la Regione Basilicata in sede di giudizio di legittimità costituzionale, non ha predisposto le opportune linee difensive, indispensabili per evitare le ricadute negative sull’intero settore che, appunto, si sono verificate”.
“Il senso dell’interrogazione – spiega Mollica – è proprio quello di capire le ragioni poste a fondamento delle scelte attuate dalla Regione con riferimento agli strumenti difensivi adottati, o meglio non adottati, nel giudizio di legittimità costituzionale, nonché per conoscere quali azioni, atti e procedure la Regione intende adottare per fronteggiare le necessità e le incertezze venutesi a creare. Mi auguro – conclude Mollica – di ottenere risposte chiare ed esaustive sulle questioni sollevate, perché in questo modo la Regione potrà dare un minimo di certezza, non solo agli imprenditori ed agli operatori del settore, ma all’intera comunità che attraverso questi strumenti, attualmente in fase di stasi, potrà ottenere sviluppo e crescita, anche in termini economici”.