PETROLIO:DIGILIO (PDL), CONFINDUSTRIA PENSI A IMPRESE LUCANE

“Buone le proposte di reti di imprese e Patto di Sistema. Ma vorrei consigliare agli imprenditori di Confindustria Basilicata innanzitutto di alzare la voce sugli appalti diretti e indotti alle attività petrolifere che sinora hanno dato alle nostre aziende solo briciole di subappalti di subappalti ”. E' quanto sostiene il coordinatore regionale vicario del Pdl sen. Egidio Digilio. “A chi l'ha dimenticato – aggiunge – vorrei ricordare i risultati, particolarmente significativi, dell’attività petrolifera del raggruppamento Total-Exxon-Shell nel Sauro: tre recenti gare di appalto di lavori attraverso procedura negoziata per quasi 8 milioni di euro complessivi sono andate a tre gruppi internazionali con la speranza per le imprese lucane di qualche commessa derivante da sub-appalto e per i disoccupati del Sauro di qualche decina di posti di manovalanza generica”.
“Non è più possibile – continua Digilio – che le compagnie petrolifere abbiano carta bianca su tutto. Pur riconoscendo per alcune gare, alcuni servizi esigenze specifiche di alta tecnologia e professionalità e pertanto senza voler accreditare che ci siano per tutte le gare di appalto imprese o raggruppamenti di imprese in Basilicata in grado di garantire tutti i servizi richieste e di competere – dice il coordinatore del Pdl – non è però tollerabile che le uniche ditte lucane a lavoro siano quella della subfornitura e del subappalto con conseguenze irrisorie sul piano dell’occupazione diretta e dell’indotto.
Quanto alle nuove richieste di perforazioni del sottosuolo lucano, ridotto da tempo ad una sorta di “gruviera” – dice l'esponente del Pdl – non sono affatto sorpreso per l'alto numero di domande che giungono mensilmente all'Ufficio competente del Ministero per lo Sviluppo Economico. L’audizione in XIII Commissione Ambiente del Senato (di cui sono componente) dell’a.d. dell’Eni Scaroni, a parte la “lezione” sull’importanza dell’effi­cienza e del risparmio energeti­co, ormai cavallo di battaglia del “cane a sei zampe”, è stata particolarmente utile per conoscere la strategia dell’Eni sulla vendita dei giacimenti di idrocarburi in Italia, anche in relazione al gasdotto Russia-Italia e alle nostre risorse petrolifere”
Il valore del nostro patrimonio energetico (senza le fonti cosiddette alternative) – afferma il senatore del Pdl – è calcolato dagli stessi manager delle società petrolifere allo stato, e quindi senza gli ulteriori giacimenti di petrolio-gas, in circa 100 miliardi di euro. Mi sembra una ricchezza che produca davvero troppo poco all’economia della nostra comunità.
E ciò per l’atteggiamento assunto dalla Giunta Regionale che non è in grado di contrattare risultati migliori nell’interesse della nostra gente e delle nostre imprese”.
bas 02

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