Il consigliere regionale del Pdl replica alle dichiarazioni dell’assessore all’Agricoltura, Mazzocco, e chiede che “rimetta nelle mani del presidente della Giunta regionale De Filippo il proprio mandato”
“Non avevo dubbi in merito alla risposta che la Giunta regionale, capitanata dall’assessore all’Agricoltura, riservasse a chi in questo momento piange i sacrifici di una vita. Come al solito l’assessore Mazzocco non è in grado di ergersi protagonista di una situazione a dir poco incredibile, ed aggiungerei devastante, del comparto agricolo del metapontino che, dopo quest’ultimo nubifragio subito, ha perso tutto”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale del Pdl, Mario Venezia, in riferimento alle dichiarazioni dell’assessore regionale all’Agricoltura, Vilma Mazzocco, chiedendo che “rimetta nelle mani del Presidente della Giunta regionale De Filippo il proprio mandato per manifesta incapacità nel condurre le politiche agricole regionali”.
“Come si può, secondo quanto si legge nel comunicato stampa della Mazzocco – spiega Venezia – incolpare il solo Governo di centrodestra, quando, in soli nove mesi, il nostro caro Assessore ha commesso più danni di Attila con tutto il popolo Unno? Suscita sdegno e amarezza sapere che chi ha la responsabilità istituzionale del settore più importante dell’intera Regione non sa trovare una soluzione immediata per attenuare il dolore che allevatori e agricoltori hanno provato guardando morire i propri capi di bestiame o ancora più triste guardare i propri campi pronti per la raccolta primaverile completamente coperti da un lago di fango”.
“Ho provato – prosegue il consigliere del Pdl – la stessa amarezza e come rappresentante delle Istituzioni lucane mi sono vergognato di quanto si sarebbe potuto fare per evitare questa tragedia. Ho sempre denunciato, in ogni mia interrogazione, la grande crisi che il comparto agricolo sta attraversando, ma il nostro assessore invece di essere puntuale nel prendersi carico dei problemi, anche in questa occasione, ha ben pensato di lavarsi le mani al grido di ‘non tengo dinero’, addossando ad altri organi colpe che, sinceramente – conclude Venezia – vanno solo ed esclusivamente attribuite a lei”.