Per il consigliere del Pdl che fa riferimento ai resti dell'acquedotto romano “l’Amministrazione comunale di Potenza dimentica colpevolmente l’esistenza di pezzi di storia della città”
In merito ai resti dell’antico acquedotto romano rinvenuti anni fa a Potenza, il consigliere regionale e comunale Michele Napoli ha detto in una nota: “i resti di un antico acquedotto romano, scoperti negli anni ottanta a Potenza nel corso di lavori effettuati nell’area di Via Ciccotti, sono stati colpevolmente dimenticati e lasciati incustoditi”.
“A dire il vero – ricorda Napoli – all’epoca del ritrovamento fu presa la decisione di lasciarli sul posto in cui erano stati rinvenuti proprio a testimonianza di un luogo in cui risultava evidente il passaggio dell’antica civiltà romana. Furono giustamente custoditi in una teca trasparente. Attualmente i resti dell’antico acquedotto giacciono senza nessuna protezione, considerato che la teca stessa, incustodita, è stata distrutta, e i reperti sono rimasti nell’abbandono più totale, trattati come anonimi massi da calpestare. Sarebbe stato sicuramente più giusto, da parte dell’Amministrazione comunale di Potenza, avviare un dialogo con i Beni culturali anche in occasione dell’apertura del Museo nazionale, in modo da dare il giusto valore e, perché no, il risalto dovuto a simili antichi reperti”.
“A quanto pare – continua Napoli – il sindaco Santarsiero, ‘attento alla cultura’, ha dimenticato l’esistenza di questo pezzo di storia della nostra città, trascurando l’importanza di un ritrovamento che testimonia, ancor di più, le chiare origini romane del capoluogo. E’ inaccettabile questa assenza istituzionale che manifesta il disinteresse verso le azioni di recupero di quei pochi ‘pezzi’ di storia ancora visibili, capaci di testimoniate le antiche origini della nostra città. Sarebbe opportuno provvedere, nell’immediato, alla messa in sicurezza dei reperti per poi capire le ragioni per le quali sono stati dimenticati. L’Amministrazione comunale è per prima responsabile di una situazione che ha del paradossale considerato che è recidiva rispetto alla tutela ed alla valorizzazione del patrimonio storico-archeologico della città. Questa situazione, infatti, non si discosta di molto rispetto a quella della Villa Romana di rione Poggio Tre Galli. Quella del sindaco Santarsiero – conclude Napoli – è una ‘cultura’ che calpesta la storia”.