Il presidente del Gruppo consiliare Mpa interviene in merito alla discussione tenutasi in Consiglio regionale sulla proposta, anche da lui sostenuta, di istituire una Commissione speciale d’inchiesta sulle assunzioni
“Non è una cosa semplice affrontare e discutere su temi riguardanti trasparenza, merito, competenze, etica e rispetto delle regole. E’ quanto invece siamo riusciti a fare in seno al Consiglio regionale”. Lo dichiara il capogruppo dell’Mpa, Francesco Mollica, in riferimento alla “proposta di istituire una Commissione speciale d’inchiesta sulle assunzioni allo scopo di esaminarne le modalità, gli avanzamenti di carriera, i contratti di collaborazione e le convenzioni con soggetti privati avvenuti negli ultimi vent’anni nella Regione Basilicata, negli enti regionali e subregionali, nelle aziende sanitarie e in tutte le società partecipate”.
“Nell’ultima seduta consiliare – spiega Mollica – stimolati da una mozione, della quale va dato merito al consigliere Venezia di aver avuto l’idea, e alla quale ho già dall’inizio aderito con la mia sottoscrizione, si è dato modo a tutti gli esponenti, sia di maggioranza che di opposizione, di esprimere il proprio pensiero. Apprezzabile chi, pur mutuando il pensiero di qualche filosofo, ha coscienziosamente ammesso una sua colpa e corresponsabilità della situazione abbastanza precaria e grave del mondo giovanile e del lavoro. Non vorrei che la proposta da me sostenuta venisse interpretata solo come una rimostranza rispetto a ciò che avviene e che magari è stato fatto in questa regione, l’obiettivo primario è stato invece quello di porre in Assise l’attenzione su una discussione spinosa, mentre l’azione di verifica e sanzione per eventuali distorsioni che ci fossero state nel passato bisogna delegarla alle altre istituzioni che svolgono questo ruolo di cui sicuramente non si può occupare direttamente il Consiglio che ha altri strumenti, quelli previsti nell’ambito dello Statuto e del Regolamento”.
“Vero è – prosegue il consigliere regionale – che il disagio avvertito dalla popolazione è tale da far ripensare ad un nuovo modus operandi al quale noi tutti dobbiamo convergere, creando percorsi nuovi, procedure nuove affinché si sedimenti un meccanismo sempre più pulito, sempre più trasparente, sempre più legittimo. Ma non dobbiamo innamorarci solo del termine meritocrazia, erroneamente valutata solo in termini numerici e non in termini qualitativi e in un contesto di opportunità non egualmente offerte. Allo stato attuale, con la bocciatura della mozione, è auspicabile che non ci si attardi solo alla riproposizione nelle modalità rituali, e quindi ad inseguire uno scontro, ma occorrerà che ciascun componente della Quinta Commissione consiliare preposta alla funzione di controllo, ripensi al proprio ruolo e si adoperi puntualmente nell’esame degli atti, senza sconfinare in un moralismo di maniera o in azioni giustizialiste che non produrrebbero effetti positivi rispetto al bisogno avvertito dalla nostra comunità”.
“E’ un peccato – conclude Mollica – non aver accettato la mediazione offerta che mi auguro venga ripresa nello scrivere regole, comportamenti, procedure (nell’ambito della legge) che diano la certezza di moralità, trasparenza e soprattutto fiducia nel futuro ai giovani”.