Mollica: poca chiarezza su presidio ospedaliero di Venosa

Il presidente del gruppo consiliare del Movimento per le Autonomie fa riferimento alla risposta ad una sua interrogazione in merito al futuro dell’ospedale della città oraziana

“La mancanza di chiarezza serve a nascondere ciò che non si vuole dire”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale del Movimento per le Autonomie, Francesco Mollica, dolo la discussione dell’interrogazione con cui si chiedeva al Presidente della Giunta regionale ed all’Assessore alla Sanità di conoscere le reali intenzioni del Governo regionale sul presidio ospedaliero di Venosa.

“L’interrogazione – precisa Mollica – era diretta a conoscere le motivazioni dell’esclusione del presidio ospedaliero di Venosa dal progetto di riorganizzazione della rete regionale della riabilitazione e della lungodegenza, approvato dalla Giunta regionale, con delibera n. 1300 dello scorso 2 agosto, con cui sono state individuate le strutture di lungodegenza riabilitative e medica. La questione – continua Mollica – affrontata in Consiglio, martedì scorso, appare ancora più attuale considerate le ultime notizie riguardanti l’Ospedale di Venosa in cui finora si è provveduto ad attuare la fase di dismissione prevista dal Piano di rientro, che continuerà a produrre effetti, mentre nulla o poco è stato realizzato della fase innovativa”.

“La risposta fornita dall’assessore Martorano, tutt’altro che rassicurante – dichiara Mollica – non ha fornito alcuna garanzia per il presidio di Venosa, ma ha precisato che la programmazione regionale ha rimodulato la distribuzione dei posti letto rimarcando che quelli del presidio venosino sono confluiti nella dotazione complessiva dell’azienda Asp di Potenza, ai sensi della legge regionale n. 12 del 2008. Sarebbe stato opportuno – sostiene Mollica – precisare sulla delibera in contestazione che la rimodulazione dei posti letto, garantiva all’Ospedale di Venosa la realizzazione di un numero definito di posti letto o, comunque, inserire puntuali riferimenti rispetto all’atto del piano di rientro. Al contrario la scelta di non precisare alcunché al riguardo, serve, probabilmente, a celare le reali scelte sul futuro della Sanità nell’area del Vulture che sembra sempre più simile a quello riservato al presidio di Tinchi”.

“Si attende con trepidazione – conclude Mollica – al fine di ottenere le garanzie a tutela del diritto alla salute dei cittadini di quell’area, finora negate, la predisposizione del Piano sanitario regionale in cui, sarebbe opportuno, inserire scelte di riforma già effettuate e realizzate non solo nel resto d’Italia ma anche nella nostra regione, come la realizzazione dell’Ospedale unico”.

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