E’ stato presentato alla camera dei deputati su proposta dell’on. Salvatore Margiotta il disegno di legge n. 4411 “Disposizione per la prevenzione e la tutela dei lavoratori contro la violenza e la persecuzione psicologica nell’ambito dell’attività lavorativa”.
L’ispessirsi di condizione di incertezza: crisi economica, disoccupazione, la sempre maggiore precarietà occupazionale tutti fattori che contribuiscono a intensificare le pratiche di molestie e violenza sui luoghi di lavoro.
Tali condizioni – spiega il comunicato diffuso dal deputato lucano del Pd – richiedono una maggiore responsabilità politica e un maggior lavoro di prevenzione a comportamenti che ledono e che pongono in pericolo la salute psicofisica, la dignità e la personalità morale del lavoratore.
“Nel nostro paese – afferma Salvatore Margiotta, vicepresidente della Commissione Ambiente, Territorio, Lavori Pubblici della Camera – secondo un monitoraggio effettuato dall’ISPES (istituto e sicurezza sul lavoro) sono circa un milione e mezzo i lavoratori italiani vittime del mobbing su 21 milioni di occupati, ciò nonostante allo stato attuale non vi sono in Italia normative alla prevenzione e alla tutela di violenze sui luoghi di lavoro e appare doveroso attribuire eguale enfasi sia ai comportamenti lesivi dell’integrità fisica del lavoratore, sia a quelli che mirano a intaccare il suo equilibrio psicologico. La legge stabilisce misure per la tutela e per la prevenzione in materia di violazione o di persecuzione psicologica da applicare a qualsiasi rapporto di lavoro e in tutti i settori di attività, pubblici e privati, indipendentemente dalla mansione svolta o dalla qualifica ricoperta. Prevede, inoltre, l’istituzione di uno sportello di assistenza e ascolto sul mobbing al fine di fornire informazioni e indicazioni sui diritti dei lavoratori e sui relativi strumenti di tutela, nonché di indirizzare il lavoratore presso le strutture di supporto regionale; l’istituzione di un collegio multidisciplinare di specialisti e di un centro per il benessere che possa effettuare accertamenti sullo stato del disagio, sulla cure e la riabilitazione.
Il discorso sul mobbing e sulle altre vessazioni – secondo la dott.ssa Rosaria Foglia, counselor relazionale che ha collaborato alla stesura della legge – nei luoghi di lavoro va necessariamente inquadrato all’interno di un più ampio discorso sul ruolo ricoperto dal lavoro nella nostra società. È sostanziale, infatti, rilevare che nella nostra cultura il lavoro partecipa in maniera molto attiva alla definizione sociale e personale dell’individuo. Pertanto intraprendere un’attività lavorativa significa anche aspirare a un equilibrio della propria personalità.
Lecite aspirazioni che spesso vengono frustrate da vessazioni e prepotenze, comunicazioni ostili e indirette, processi distruttivi non verbalizzati, ma impliciti nel clima organizzativo che, in molti casi possono portare il lavoratore da una situazione di disagio tollerabile a uno stato di crescente tensione a livello psicologico, con l’insorgere nella sfera affettivo – emotiva.
Il mobbing – continua Salvatore Margiotta – porta la vittima a perdere gradualmente la sua influenza, il rispetto degli altri verso di sé il suo potere decisionale, spesso la salute, la fiducia in se stesso, gli amici, l'entusiasmo nel lavoro, la sua dignità, e soprattutto se stesso.
I disagi delle persone hanno a che fare non solo con la storia individuale, ma anche con la storia collettiva, anche se a livello organizzativo ci si aspetta che il singolo risolva individualmente problemi collettivi. Considerando, però, che il mobbing non è un problema del singolo ma del singolo in relazione all’organizzazione ciò rappresenta un valido motivo per cui le organizzazioni se ne dovrebbero occupare. In tal senso un riconoscimento normativo diviene un autentico strumento peri migliorare quanto più possibile il rapporto tra il se, le organizzazioni e la società”.
BAS 05