Mazzilli (Wwf): il nucleare e la Basilicata

“La Basilicata, parte dell’antica Lucania, terra di boschi e di montagne, attraversata dall’Appennino meridionale e da quattro fiumi paralleli che sboccano tutti nel Mar Jonio, si presta, non solo per la sua morfologia ed orografia, ma anche per la sua scarsa densità demografica , ad essere il territorio preferito per impianti di centrali nucleari e/o di siti geologici di scorie radioattive provenienti dalle centrali dismesse non solo italiane”. Lo afferma in un comunicato il presidente del Wwf Basilicata Vito Mazzilli.
“E’ di pochi anni fa, esattamente del 2003, – prosegue – la storia del sito di Scanzano Jonico scelto dall’allora Governo Berlusconi come sito unico di scorie radioattive giacenti nelle vecchie centrali italiane dismesse, da smaltire a Terzo Cavone località sul Mar Jonio della ridente città di Scanzano. Solo uno scatto di orgoglio dei cittadini della Basilicata, che dimostrarono in centomila sul luogo del “delitto”(la costiera jonica) la loro totale avversione a questa scelta piovuta dall’alto su un territorio di una città turistica ed agricola di qualità , scongiurò il pericolo e la decisione politica fu rinviata , ma mai annullata.
La Basilicata purtroppo ospita ben 64 barre di combustibile irraggiato( uranio torio) all’ITREC di Rotondella(MT), gentile regalo degli Stai Uniti (USA) all’Italia del 1964, provenienti dal reattore di Elk River . L’Italia avrebbe dovuto restituire queste sbarre entro pochi anni, ma sono rimaste sempre qui e si rischia l’incidente diplomatico con gli USA se si insiste troppo sulla loro restituzione; intanto noi lucani ci prendiamo questa radioattività ed è sulla nostra salute che tutto ciò incide attraverso tassi di malattie tumorali sempre più in crescita. Recentemente sono state fatte interrogazioni ed interpellanze in parlamento per sapere qualcosa di più sulla sorte di questa barre irraggiate, se gli USA intendono riaverle in patria essendone i legittimi proprietari; la risposta è stata ancora una volta negativa.
Attualmente – sottolinea Mazzilli – si parla sempre più insistentemente di allocare una centrale nucleare sui calanchi del materano che sono formazioni argillose impermeabili e non molto lontane dal mare per l’approvvigionamento di acqua. Da una cartina dell’Italia pubblicata su un noto quotidiano nazionale è ricomparso il sito di Scanzano Jonico proprio per impiantarvi una delle sei centrali nucleari che l’attuale governo italiano si appresta a costruire sul territorio della penisola. E’ la solita scelta dall’alto che “privilegia” la mite Basilicata e vien da riflettere sul fatto che nel 2003 si è tentato con il sito unico, adesso con la centrale nucleare di sotterrare l’economia del territorio ,che è essenzialmente agricola di colture pregiate e di buon terreno produttivo; e i danni non sono solo all’ agricoltura , ma anche agli impianti ricettivi della costa che ospitano flussi turistici consistenti verso le spiagge ed il mare pulito della Basilicata.
Politicamente la Regione ha istituito, dopo la rivolta di Scanzano del 2003, il tavolo della trasparenza nucleare, tavolo consultivo al quale partecipano a pieno diritto le associazioni ambientaliste. Su questo tavolo che si riunisce periodicamente si discutono proprio i problemi evidenziati dal territorio per le ragioni esposte precedentemente. Il WWF partecipa a questo tavolo ed è risultato decisivo nel chiedere alle autorità regionali e agli organi di controllo di far luce sulle realtà inquinanti della Regione. Spesso dai cittadini giungono denunce generiche di sotterramento di fusti di materiali tossici e nocivi lungo strade in costruzione o già costruite, in cantieri nascosti, in posti reconditi, di scarichi in mare o in acque fluviali e lacustri, in depositi abbandonati come per es. i tondini di ferro radioattivi provenienti dai paesi dell’est europeo ex comunisti, cioè in molti luoghi della Regione che si sono prestati ad essere scelti per losche operazioni di sotterramento. Il WWF regionale chiede di saperne di più su questi fatti, ma a parte la ritrosia dei cittadini le cui denunce sono generiche, frammentarie e lacunose, non ha i mezzi tecnici e legali per indagare di cui vorrebbe attrezzarsi per operare uno screening più puntuale sulle varie aree segnalate dai cittadini e sulle possibili realtà nascoste della regione”.

BAS 05

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