Maternità e Lavoro,gli organismi regionali per le Pari opportunità

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Gli interventi della Consigliera Maria Anna Fanelli e della presidente della Crpo Antonietta Botta

“L’azione della Consigliera regionale di parità nell’ambito dell’attività della rete della Consigliere di parità è quella di assicurare una funzione garantistica perché vengano rispettati nel mondo del lavoro (ambito in cui principalmente opera e nella società) il principio di uguaglianza, le pari opportunità e la non discriminazione”. Lo ha detto Maria Anna Fanelli, Consigliera regionale effettiva di parità della Regione Basilicata, partecipando oggi al Convegno su “Maternità e Lavoro”, tenutosi questa mattina.
“Accanto a tale funzione garantistica troviamo quella interventistica caratterizzata da azioni in giudizio ed extragiudiziarie antidiscriminatorie. La Consigliera di parità opera anche per favorire e dare impulso ad Azioni positive di politiche attive del lavoro. L’intesa sottoscritta tra la Regione Basilicata e il Dipartimento per le Pari Opportunità, nell’ambito del Programma di azioni “Italia 2020” per l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro, che ha portato all’iniziativa di oggi, si caratterizza nei suoi obiettivi e nella prossima attività come importante e innovativa politica attiva del lavoro. La conciliazione è sicuramente un tema molto dibattuto- ha continuato la Consigliera – che può diventare un importante e fondamentale aiuto per migliorare le condizioni di vita di molti lavoratori e in particolare delle donne che devono “dividere” il loro tempo tra lavoro, figli, famiglia, lavoro di cura. Questa intesa ben si collega al Piano triennale di Azioni Positive redatto e approvato dalla Giunta regionale della Basilicata, che ha tra i suoi obiettivi proprio quelli della conciliazione nell’ottica generale del benessere organizzativo da garantire alle lavoratrici e ai lavoratori. Obiettivi – ha aggiunto – che ritroviamo nel Comitato Unico di garanzia, implementato di recente sempre dalla Giunta regionale come da altri enti e realtà del territorio e che l’Intesa intende senza dubbio favorire in tanti altri enti del territorio regionali, ma anche nell’ambito delle realtà lavorative private. Per una reale conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, però, è necessario favorire sempre più una cultura, anche imprenditoriale, disponibile a strutturare un’organizzazione del lavoro integrata frutto di una responsabilità sociale delle imprese quale mediazione degli interessi degli stakeholders interni con gli stakeholders esterni delle aziende”.

“Il rientro al lavoro per una donna dopo la maternità – ha sottolineato nel suo intervento la presidente della Commissione regionale delle Pari Opportunità, Antonietta Botta – è di per sé un momento difficile, sia da un punto di vista psicologico sia da un punto di vista pratico.
Il distacco dal proprio bambino e la conciliazione tra i tempi di vita e i tempi di lavoro rappresentano, troppe volte, un ostacolo insormontabile che spinge le donne alla rinuncia al lavoro.
Nonostante il Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità (Dlgs 26 marzo 2001, n. 151) e nonostante gli sgravi fiscali previsti per le imprese che assecondano le esigenze familiari dei dipendenti con orari flessibili, telelavoro e part-time, spesso le aziende non concedono l’orario parziale.
Peraltro non esiste una legge – ha affermato ancora – che obblighi le imprese a concedere il part-time e, a parte i casi limite rappresentati dall’handicap, di norma la flessibilità d’orario viene concessa “compatibilmente con le esigenze dell’azienda”.
Alla mancanza di asili nido sopperisce spesso la “rete famigliare” e quando anche quest’ultima viene meno, il ritorno al lavoro delle neo-mamme diventa ancora più complicato”.
bas 02

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