“La manovra economica straordinaria varata dal governo inasprisce un clima già fortemente segnato dai decreti Brunetta e dai tagli della Gelmini, ma, cosa ancora più grave, alimenta di nuove tensioni e incomprensioni la spaccatura del movimento sindacale”. È quanto sostiene il segretario regionale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella, che critica “la protesta oltranzista della Cgil, più orientata ad alimentare il divario con i sindacati riformisti che a contrastare i contenuti di una manovra che non piace a nessuno, certo non alla Cisl”.
Per il segretario della Cisl “la manovra è l'ultimo atto di una strategia di lungo corso che ha rappresentato il pubblico impiego come il male principale di questo paese, denigrando il ruolo dei lavoratori pubblici, presentati come fannulloni, improduttivi e assenteisti, e questo mentre in altri ambiti dello Stato si continuavano ad alimentare sprechi e a pagare prebende politiche. La verità è che dal 2000 ad oggi – prosegue Gambardella – gli stipendi pubblici sono aumentati meno dell'inflazione dichiarata e percepita, col risultato di un progressivo e inesorabile impoverimento delle famiglie, mentre si allargata la forbice tra dipendenti e dirigenti”. Gambardella contesta, inoltre, “l'ibernazione della contrattazione di secondo livello, una misura che rappresenta la massima contraddizione nel presunto impegno del governo di ricercare l'efficienza e la produttività nella pubblica amministrazione”. Da qui la richiesta di “un tavolo di confronto permanente con la Regione e con l'intero sistema degli enti locali per individuare le aree dove ridurre e razionalizzare la spesa pubblica, destinando i risparmi alla creazione di un fondo che alimenti la contrattazione decentrata di secondo livello per sostenere il reddito dei dipendenti pubblici e delle loro famiglie”. Secondo il segretario della Cisl “servono proposte serie e di lungo termine per ridurre i costi della gestione pubblica, ma salvaguardando il lavoro, le retribuzioni e la qualità dei servizi al cittadino. Per questo, pur criticando l'impianto proposto dal ministro Tremonti, la Cisl considera un dovere fornire costruttivamente il proprio apporto, proponendo, ad esempio, la riorganizzazione delle Province come enti di secondo livello, la promozione dei consorzi intercomunali, l'unificazione degli uffici ministeriali sul territorio, l'istituzione della casa unica della previdenza e dell'assistenza in ogni provincia e l'integrazione dei servizi sociali e assistenziali”.
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