L’Associazione Mamme e Figli per il Lavoro in un comunicato stampa esprime “disappunto in merito alla prima azione politica della nuova giunta regionale, costretta a sospendere i bandi sui tirocini per gli errori fatti in precedenza nei contenuti degli stessi, venendo meno all’impegno assunto nella fase preelettorale e tradendo così 13 mila giovani lucani che sono in attesa delle graduatorie”.
L’Associazione fa sapere che “già da due anni, segue l’iter progettuale e procedurale del bando, elaborando proposte scritte e suggerendo, nelle Commissioni, direttamente all’Assessore ed ai responsabili del Dipartimento Formazione, una diversa impostazione in riferimento ai criteri di attribuzione del merito che avrebbe garantito, in ogni caso, l’assegnazione al concorrente più meritevole attraverso graduatorie lineari e trasparenti. Detto ciò, ribadiamo che l’Associazione non ha mai inteso il rapporto di tirocinio come un rapporto di lavoro, forse è stata la stessa politica a dare questa interpretazione di comodo in tempi di campagna elettorale”.
“Chiediamo come primo atto politico al neo Presidente del Consiglio Regionale, Vincenzo Folino, l’approvazione del Piano Triennale per l’Occupazione che da tempo giace nei cassetti del Consiglio.
Chiediamo al neo Assessore alla Formazione, Rosa Mastrosimone, che già nella passata legislatura ha mostrato attenzione per le attività e le proposte da noi messe in campo, un incontro – si legge nel comunicato – dove ridiscutere del bando e apportare gli opportuni correttivi per rendere, come lei stessa chiedeva, trasparente ed equa l’assegnazione del tirocinio.
Riteniamo che vengano accertate le responsabilità di chi, con estrema leggerezza, ha elaborato un bando senza criterio che ha tradito la fiducia di migliaia di giovani ed ha messo in ginocchio tanti enti di formazione.
Ci riserviamo, comunque, nei prossimi giorni di convocare una conferenza stampa di fronte al Palazzo della Giunta Regionale per sensibilizzare tutta la società civile affinché non subisca in modo passivo queste decisioni politiche che rimangono ai più incomprensibili”.
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