Lotta alla droga, Napoli: gravi inadempienze della Regione

Per il consigliere del Pdl “siamo dinanzi a ritardi decennali nei confronti di un problema di grande rilevanza sociale che non può essere confinato nel limbo delle questioni familiari”

“Non trascorre giorno – dice Napoli – senza che governatori regionali, sindaci e altri amministratori di enti locali si lamentino e lancino strali contro la politica di contenimento della spesa pubblica posta in essere dal governo centrale che, a detta degli stessi, rende oltre modo problematico garantire alle proprie comunità di riferimento i servizi sociali essenziali. Nell’attesa del varo della madre di tutte le riforme, cioè quel federalismo fiscale che dovrebbe responsabilizzare gli amministratori locali obbligandoli a gestire risorse provenienti da tributi propri e non più devoluti dal Governo centrale (ricordiamo che il disegno di legge varato nella scorsa settimana dal Consiglio dei ministri introduce il principio della “territorialità” come criterio fondamentale di compartecipazione delle regioni al gettito dell’ IVA) preme sottolineare come esistano fondi statali che alcune regioni, come la nostra , non riescono ad utilizzare o utilizzano male. Mi riferisco al “Fondo Ministeriale di lotta alla droga”, istituito e disciplinato dal Testo Unico in materia di tossicodipendenza ( Dpr 309 del 1990 così come modificato dalla legge 45 del 1999 ) che, nell’anno 2002, ha ricevuto risorse pari a 122 milioni di euro, il cui 75 per cento, per un ammontare complessivo di quasi 92 milioni di euro, è stato destinato alle Regioni”.

“Le risorse del fondo di competenza della Basilicata – sostiene il consigliere del Pdl – richiedono necessariamente la predisposizione da parte dell’Ente regione delle linee guida di utilizzo del Fondo stesso e, più in generale, di un Piano regionale sulle tossicodipendenze che provveda alla ridefinizione degli indirizzi programmatici e delle direttive sull’organizzazione dei servizi relativi alla cura ed alla prevenzione delle tossicodipendenze. Occorre sottolineare come, in questo delicato settore, la Regione si è resa protagonista di un'altra grave inadempienza consistente nella mancata determinazione dei requisiti minimi standard per l’autorizzazione al funzionamento e l’accreditamento delle strutture che erogano servizi privati di assistenza alle persone dipendenti dalle sostanze di abuso, disattendendo così il contenuto dell’Intesa Stato-Regioni dell’Agosto 1999”.

“Siamo, quindi, di fronte a ritardi decennali – continua Napoli – che si verificano in un settore di grande rilevanza sociale, dal momento che il problema delle tossicodipendenze non può essere confinato nel limbo delle questioni familiari, ma deve essere annoverato tra le emergenze sociali, da risolvere attraverso una più efficace azione delle istituzioni e, in particolare, dei servizi socio-sanitari-assistenziali. Ancora, bisogna chiedersi perché l’Ente regione non abbia ancora provveduto alla predisposizione dei piani territoriali di intervento per la lotta alla droga, che sono finanziati attraverso le quote del suddetto Fondo Ministeriale e che, trasferite alle Regioni, prevedono percorsi assistenziali di tipo sia sanitario che sociale, realizzando, quindi, forme di integrazione e di partnership tra le diverse professionalità che si occupano delle situazioni di disagio connesse alle tossicodipendenze (aziende sanitarie dei capoluoghi di provincia e relativi Sert, Province, Comuni e altri soggetti del privato sociale, quali cooperative sociali, organizzazioni di volontariato e altri organismi non profit). Organismi tutti che hanno come finalità fondamentali la prevenzione, il recupero e il reinserimento socio-lavorativo di quanti vivono in condizioni di disagio connesse alle tossicodipendenze e alla dipendenza da sostanze alcoliche. E’ proprio considerando i suddetti ritardi e manchevolezze da parte della Regione – conclude Napoli – che viene spontaneo chiedersi dove sia finito il decisionismo e la fattiva operosità tanto sbandierata dalla maggioranza di centro sinistra nel corso dell’ultima campagna elettorale e che sarebbero necessari per la rinascita e il benessere sociale e civile dell’intera comunità lucana”.

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