Italcementi Matera, un impianto rispettoso dell’ambiente

La cementeria di Matera è stata profondamente rinnovata e resa ancora più efficiente dal punto di vista industriale e ambientale. L’impianto, inaugurato lo scorso 30 giugno, può vantare migliori prestazioni produttive (riduzione dei consumi di materie prime, di combustibili e di acqua) e bassissimi livelli di emissioni. Il progetto di Matera ha permesso l’ammodernamento del processo di produzione del clinker (il semilavorato da cui, attraverso un processo di macinazione, si ottiene il cemento) adottando i sistemi più avanzati e implementando le migliori tecnologie disponibili per il controllo degli impatti ambientali.
E’ quanto si legge in una nota curata dall’Ufficio Stampa di Italcementi.
Importanti benefici per l’ambiente si sono ottenuti grazie a un nuovo “preriscaldatore” che si sviluppa in verticale (la cosiddetta “torre”), in sostituzione del precedente sistema a “griglia mobile” e a un nuovo raffreddatore per il clinker. La nuova tecnologia con sviluppo verticale ha quindi permesso una riduzione del 98.7% di biossido di zolfo, del 72% di polveri, del 42.8% di ossidi di zolfo e del 21% dei consumi termici. Le emissioni sono monitorate sistematicamente secondo il piano di controllo previsto dall’ AIA, attraverso il monitoraggio in continuo 24 ore su 24 delle emissioni per il forno di cottura, il controllo quadrimestrale dei microinquinanti organici ed inorganici e la verifica semestrale di tutte le emissioni della cementeria. Infine, una particolare attenzione è stata dedicata all’impatto visivo e al progetto architettonico dei nuovi insediamenti produttivi per consentirne la migliore integrazione con l’ambiente locale. I lavori di rinnovamento della cementeria, iniziati nel 1998 e durati circa un anno e mezzo, hanno visto impegnati ogni giorno circa 390 uomini, per un totale di 895.000 ore di lavoro e un coinvolgimento di 65 imprese. Più di 2.000 i disegni realizzati per sviluppare il progetto. Oltre 100 milioni l’entità dell’ investimento economico, di cui circa il 40% ha interessato aziende locali.

Bas 03

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