“Sono passati 11 anni durante i quali abbiamo assistito ad una gravissima serie di omissioni, irregolarità ed incidenti a grave discapito della salute dei cittadini e dell’ambiente: oggi non si perda più un giorno per sanare questa situazione oramai insostenibile”. Lo dichiara in un comuicato il Wwf Basilicata.
“Dopo 11 anni in cui si sono succedute invano conferenze, tavoli tecnici, indagini della procura, alla fine, grazie ai dati che la nuova dirigenza dell’Arpab ha finalmente e giustamente divulgato, – prosegue la nota – è emerso senza più dubbio alcuno ciò che cittadini, comitati ed associazioni hanno sempre sostenuto: l’inceneritore Fenice è un impianto altamente inquinante. Il WWF, che si dichiarò contrario all’apertura di Fenice già nel 1998, promovendo il referendum consultivo ed insistendo sulle conseguenze sull’ambiente e sulla salute dei cittadini di un simile impianto, oggi chiede a gran voce la sospensione immediata delle attività dell’inceneritore.
E’ necessario infatti ribaltare la logica che ha portato ieri la Conferenza di servizi convocata dalla Provincia di Potenza a decidere di non fermare Fenice: si individuino e rimuovano prima con certezza le cause dell’inquinamento e si avvii il piano di bonifica e poi, solo se ci sono le necessarie condizioni di sicurezza, sarà possibile pensare al riavvio dell’impianto, fermo restando la necessità della concessione dell’Autorizzazione integrata ambientale(AIA) da parte della Regione Basilicata.
Ben venga poi la Commissione di inchiesta, decisa ieri dal Consiglio Regionale, per accertare tutti i risvolti della questione e le passate responsabilità, a condizione però che questa sia costituita anche da persone terze e non sia un mezzo per procrastinare le azioni urgenti ed indifferibili necessarie per garantire le minime condizioni di sicurezza all’ambiente e cittadini delle zone maggiormente interessate: oggi si deve dichiarare davvero concluso il tempo delle politiche di conciliazione e confronto in quanto il territorio ed i cittadini meritano fatti concreti. Né la Provincia si lasci intimidire dalle minacce di richieste di risarcimento da parte della società che con arroganza intende imporre i propri interessi su quelli della collettività.
D’altra parte la questione Fenice solleva inesorabilmente il problema annoso della gestione dei rifiuti nella nostra Regione che ancora non trova le giuste soluzioni: sia allora l’emergenza Fenice anche l’occasione giusta per prendere di petto la questione rifiuti ed attuare in tempi rapidi un sistema di raccolta e smaltimento che ci consenta di raggiungere gli obblighi imposti dalle leggi nazionali e comunitarie basato ovviamente su una efficiente raccolta differenziata.
Il WWF infine dichiara sin d’ora che si costituirà parte civile in un eventuale processo contro i responsabili dei gravi fatti di inquinamento ambientale accertati”.
BAS 05