Fiat, Autilio: la solidarietà non è più sufficiente

Per il Vicepresidente del Consiglio regionale “occorre aiutare il sindacato riformista ad uscire dal vicolo cieco nel quale qualcuno vorrebbe ricacciarlo”

“In questa fase non è più sufficiente esprimere solidarietà ai tre lavoratori della Sata tenuti ancora e senza alcuna motivazione né giuridica né di altra natura fuori dall’attività produttiva. Bisogna aiutare il sindacato riformista ad uscire dal vicolo cieco nel quale qualcuno vorrebbe ricacciarlo (quello dello scontro Fiat-lavoratori) e quindi aiutarlo ad abbandonare una posizione difensiva per passare a quella di attacco, per diventare protagonista del piano industriale della Fiat sfidando Marchionne a mantenere impegni già assunti e a mostrare le carte che ha in mano”.

A sostenerlo è il vicepresidente del Consiglio regionale Antonio Autilio (Idv) per il quale “le istituzioni regionali (Consiglio e Giunta) e i partiti hanno un compito importante passare dai comunicati di solidarietà all’impegno per ricostruire le condizioni di dialogo con la Fiat. Un modo per smontare ogni alibi teso a dar corso a programmi di delocalizzazione fuori dall’Italia, come sta accadendo per il modello di auto che si intende realizzare in Serbia”. “Questo significa – dice Autilio – svolgere un ‘pressing’ sul Governo nazionale che è ancora diviso tra ‘ministri filo-Fiat’ e ‘ministri più autonomi’. Un Governo dimostratosi troppo debole nell’ affrontare le criticità emerse nel settore dell'automobile italiana e, quindi, non solo nella vicenda dei tre operai licenziati a Melfi”.

“Come ho sostenuto nelle scorse settimane – continua Autilio – non va sottovalutato che la Regione, attraverso il Progetto del Campus a Melfi, ha deciso di investire con il gruppo Fiat 18,5 milioni di euro. Fondi da utilizzare nella ricerca allo scopo di rafforzare il sistema dell'offerta scientifica. Un settore capace di rappresentare un punto specialistico di riferimento non solo per lo sviluppo delle automotive, ma anche per lo sviluppo di una rete di ricerca di eccellenza. Una rete di ricerca con il cuore e il punto di snodo nel territorio lucano”. “Non va dimenticato che la Regione – evidenzia il Vicepresidente del Consiglio regionale – ha integrato gli interventi previsti nell’Accordo di Programma con azioni rivolte alla formazione specialistica di 20 giovani ricercatori lucani”.
“Per tutti questi motivi – continua Autilio – è semplicemente impensabile che programmi di sviluppo tecnologici al servizio degli stabilimenti nazionali della Fiat ed internazionali possano coesistere con licenziamenti, prove di forza, chiusure di fabbriche (anche dell’indotto) e trasferimenti di produzioni all’estero”.

Il sindacato riformista, percò, – conclude Autilio – da solo non può farcela a ribaltare una situazione che rischia di incancrenirsi con il muro contro muro”.

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