Feneal-Uil, in edilizia sempre più lavoro nero

Anche in Basilicata è il comparto delle costruzioni quello che fa registrare la più alta percentuale di lavoro sommerso, per non parlare di lavoratori completamente in nero e persino della presenza nei cantieri di immigrati clandestini, sino a raggiungere picchi del 50% di irregolarità (non solo per salari inferiori al contratto collettivo ma di varia natura contributiva, fiscale, evasione Cassa Edile, Inail, ecc.) nelle aziende ispezionate. È il commento del segretario generale regionale della Feneal-Uil Domenico Palma ai dati del Rapporto dalla Uil confederale sul lavoro sommerso in Italia diffuso nei giorni scorsi. Dall’analisi delle ispezioni effettuate a livello territoriale in Basilicata sono risultati irregolari 1.984 lavoratori lucani nelle 4.787 aziende ispezionate dal 2006 al 2010 (un campione pari al 7,7 per cento del totale); di questi il 43,7 per cento (pari a 867 lavoratori), sono completamente “in nero”. Alta è la percentuale di aziende irregolari sul totale di quelle ispezionate: il 38,1 per cento (in valori assoluti si tratta di 1.825 aziende). Ma per le imprese edili la media percentuale è di gran lunga superiore specie per le ditte individuali.
Secondo il segretario della Feneal-Uil “un primo strumento per favorire la riemersione del lavoro irregolare è contenuto nel nuovo contratto nazionale degli edili: niente Durc (documento unico di regolarità contributiva) per le imprese che superano il limite del 3% di lavoratori part-time. Si tratta dunque di un duro colpo per il lavoro nero. Il motivo di questo intervento fortemente voluto dai sindacati di categoria dei lavoratori edili va ricercato nella funzione distorta che il part-time aveva assunto da qualche tempo a questa parte in edilizia. Dopo la sua introduzione, infatti, questo tipo di contratto si era trasformato, soprattutto in corrispondenza con la crisi, da strumento eccezionale in metodo ordinario per impiegare dipendenti a tempo pieno contrattualizzandoli come part-time sino a rappresentare in tanti cantieri della nostra regione una delle modalità più praticate per aggirare, solo formalmente, il lavoro irregolare”.
Domenico Palma rilancia per il 2011 la battaglia contro il lavoro irregolare: la formazione dei lavoratori, in questo senso – dice – può rappresentare una risposta fondamentale. Saper immaginare e creare nuovi processi formativi, nuove soluzioni e professionalità può costituire la chiave di volta per trasformare la recessione in un’opportunità. Alla vigilia della trattativa volta al rinnovo del contratto integrativo, le aspettative si mescolano ai dati sul disagio economico che morde il territorio. La speranza è che la nuova stagione di negoziato possa rappresentare un’occasione per sviluppare politiche contrattuali a sostegno della regolarità, della trasparenza e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Non sposeremo la sfiducia, insisteremo con le nostre energie e tutti gli strumenti utili perché la realtà possa cambiare”.
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