“A parte che il futuro per i giovani è un diritto e non un desiderio, come invece sostiene l’assessore regionale alla Formazione, nella cassetta degli attrezzi del Reddito Ponte i giovani che saranno fortunati per l’esito della “lotteria delle domande”, troveranno solo un assegno di qualche centinaia di euro al mese mentre, ancora una volta, il grosso della spesa è riservata a formatori e consulenti. Non ci vuole un economista per sapere che, invece, con 50-60 mila euro si crea un posto di lavoro stabile in una piccola e media azienda. Quanto al “voucher per l’occupazione” l’efficacia o l’incoraggiamento ad assumere in cambio di 10mila euro è tutto da dimostrare, tenuto conto dell’esperienza tutt’altro che positiva del Programma Generazioni verso il Lavoro che pure prevedeva aiuti-contributi alle imprese e che nonostante i continui scorrimenti della graduatoria generale ha registrato un alto numero di rinunce e poche decine di assunzioni vere, vale a dire trasformate da tempo determinato a tempo indeterminato.
Non riesco comunque a capire l’entusiasmo di Governatore e assessore per un provvedimento che dovrebbe coinvolgere solo 680 giovani tra diplomati e laureati e che viene spacciato come una sorta di antidoto alla “fuga dei cervelli” che è un fenomeno molto più consistente, al punto che nemmeno l’Istat è in grado di dare cifre ufficiali, tenuto conto che la gran parte dei giovani studia e si trasferisce fuori regione ma conserva la residenza del paese di origine.
Ancora, tra gli elementi del provvedimento non chiari, si caricano i Centri per l’Impiego di compiti e funzioni che non sono in grado di assolvere sia per la ben nota carenza di personale che per l’altrettanto nota situazione che vede le strutture pubbliche di collocamento scarsamente utilizzate dalle imprese che hanno bisogno di manodopera e che preferiscono utilizzare altri canali, dall’agenzia interinale alle selezioni dirette, al web. Quanto alle due Agenzie Provinciali di formazione, se avranno finalmente una “commessa di lavoro” su cui poter contare per evitare come accade da tempo all’Apof-Il di Potenza di mettere fuori il personale precario, senza modifiche ed adeguamenti organizzativi, anch’esse non sono in condizioni di realizzare le attività formative assegnate. Ci sono dunque seri motivi per non attardarsi in atteggiamenti di entusiasmo destinati ad alimentare nuove aspettative tra i giovani o ad ottenere solo un rinvio della loro “fuga”. Per i Circoli di Generazione Italia Giovani il Reddito Ponte sarà dunque la prima occasione per mobilitarsi riprendendo l’iniziativa lanciata solo qualche tempo fa dal Forum Giovani Basilicata su meritocrazia e diritto al lavoro, un’iniziativa che, se non ricordo male, puntava essenzialmente sulla dignità mettendo fine all’assistenzialismo”.
BAS 05