De Filippo: la partita dello sviluppo si vince insieme

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Il presidente della Regione alla tavola rotonda sui giovani e impresa

"Il mondo è cambiato molto di più di quanto immaginiamo e mentre parliamo il mondo continua a cambiare. Questa condizione ci impegna a guardare allo sviluppo economico in termini diversi. Infatti, diversamente dal passato, quello che accade in una piccola regione, come la Basilicata, è fortemente influenzato da quello che accade nel mondo". Lo ha detto il presidente della Regione, Vito De Filippo, intervenendo stamane alla tavola rotonda sul tema "I giovani e l'impresa, protagonisti del proprio futuro" organizzata dall'Api di Matera e da Confindustria Basilicata nell'ambito della manifestazione "Matera è Fiera".
"Oggi – ha continuato De Filippo – il macro e il micro sono uniti indissolubilmente dallo stesso destino. Detto questo la Basilicata molte cose sta facendo pur in un contesto complicato in cui ci si muove come le difficoltà del Paese e la debolezza dell'Europa. Oggi il vecchio continente è debole. Il presidente degli Stati Uniti, Obama, ancora non è venuto a Strasburgo e quello che sta succedendo con la vicenda dei Rom, con lo scontro tra diversi Paesi, è il segno tangibile della sua debolezza. Infatti, invece di dare fiato a una politica europea di ampio respiro i Paesi si stanno sempre di più nazionalizzando. Le nuove generazioni, in un contesto complicato come questo, sono quelle che rischiano di più".
Il presidente della Regione, Vito De Filippo, si è quindi soffermato su alcuni punti di forza della Basilicata. "La nostra regione – ha aggiunto – non produce solo petrolio, ma anche laureati, circa 3.500 ogni anno, di cui 800 solo dall'Università della Basilicata. Se le famiglie sono pronte a investire sulla formazione dei propri figli significa che la nostra regione sta crescendo". Citando poi il libro "Ma il cielo è sempre più su?" (Castelvecchi editore), De Filippo ha segnalato che i nostri laureati, come quelli delle altre regioni, si muovono fra le grandi capitali italiane ed europee e rappresentano un grande patrimonio da valorizzare. "In Basilicata manca l'occupazione? Assolutamente no se pensiamo che nella nostra regione lavorano circa 10-15 mila badanti, 10 mila addetti al turismo extracomunitari, 10 mila addetti all'agricoltura extracomunitari. Solo per citare i comparti più evidenti, ci sono circa 40 mila posti che i lucani non vogliono più. Il contesto, insomma, è più complesso di quello che si vuol far credere. Non è un caso che chi denuncia l'emigrazione giovanile non è in grado poi di elaborare una proposta seria. E tuttavia il governo regionale sta facendo tentativi importanti come i programmi Dentro l'impresa e Generazioni verso il lavoro con investimenti sulle aziende che assumono laureati a tempo indeterminato". A tal proposito De Filippo ha lanciato un appello agli imprenditori: assumete quanto più possibile laureati, perchè dalla crisi si esce attraverso uno sforzo comune".
Infine, De Filippo, ha segnalato altre azioni messe in campo dal governo regionale: "In questi giorni abbiamo rimodulato i tirocini formativi nella pubblica amministrazione. Abbiamo attivato tirocini formativi nelle imprese. Stiamo riavviando il tema dell'apprendistato e nella prima decina del mese di ottobre daremo vita a un grande fondo regionale di garanzia mettendo sul piatto 35 milioni di euro subito e altri 10 meuro dal primo gennaio 2011. Inoltre con Sviluppo Basilicata metteremo in campo agevolazioni con forme di microcredito a sportello per aiutare i giovani a fare impresa, per non parlare degli investimenti sull'Università della Basilicata e sul sistema scolastico dopo i tagli del governo nazionale. E poi avvieremo il cosiddetto Reddito ponte per aiutare i giovani a entrare nel mercato del lavoro. Tutte iniziative che tentano di rendere più forte la Basilicata pur in un contesto internazionale difficile. Ma in questo percorso non troviamo lo stesso protagonismo del governo nazionale. Sfido chiunque a individuare una sola iniziativa del ministero della Gioventù a favore dei giovani del Sud. La partita dello sviluppo si vince se tutti quanti facciamo la nostra parte e se parliamo tutti con onestà e franchezza alle nuove generazioni, senza nasconderci dietro demagogie e facili strumentalizzazioni".
pat

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