Dc: solidarieta’ convinta e piena a mons. Superbo

“Anche se la morte di Elisa Claps è una ferita tuttora aperta nella coscienza civile di tutti che ha bisogno di rimarginare quanto prima, non può che preoccupare il clima che si è creato intorno a Mons. Superbo che, non va mai né dimenticato e né sottovalutato, è il simbolo più importante dei cattolici lucani”. A sostenerlo è il segretario regionale della Dc Giuseppe Potenza.
“Non nascondo la difficoltà ad intervenire perché, per primo, riconosco che la politica, in una vicenda così dolorosa come quella della ragazza potentina, dovrebbe fare un passo indietro e restare in silenzio, in attesa che la magistratura faccia il suo dovere e la città, l’intera comunità regionale possano isolare l’assassino ed eventuali altri responsabili. Ma – aggiunge Potenza – come cattolico impegnato in politica che riconosce la guida spirituale e l’autorevolezza del Presidente della Cei, testimoniata in anni di impegno dalla parte dei più deboli e della giustizia civile contro le violenze non solo fisiche, troppo spesso in completa solitudine, penso che le polemiche scatenate negli ultimi giorni non sono più solo una rispettabile sia pure non del tutto comprensibile posizione della famiglia che ha tutto il diritto di chiedere la verità perché, forse strumentalizzate da chi ha altri scopi non ancora chiari, hanno finito per alimentare tensioni che non a caso si sono trasformate in atti contro la Chiesa come quello di raccogliere le firme per non riaprire al culto la Santissima Trinità. E allora rispetto ad un atteggiamento eccessivamente distaccato assunto dal mondo politico, proprio per i continui richiami che Mons. Superbo ha fatto alla politica sferzandola a dare il meglio di sé, specie abbandonando posizioni di rendita di potere, come democratico-cristiani riteniamo di esprimere piena, fraterna e convinta solidarietà al Presidente della Cei. La verità sull’efferato assassinio – dice ancora il segretario della Dc – non si troverà mai aggredendo il più autorevole rappresentante della chiesa lucana e minandone la credibilità di Pastore dei fedeli”.
(bas – 04)

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