“Sulla situazione, non nuova, di dissesto finanziario al Comune di Potenza, è finalmente giunto il momento di aprire una discussione innanzitutto pacata e serena per individuare, senza far ricorso né a corsie privilegiate e tanto meno ad atteggiamenti di protezione politica, soluzioni che tengano conto, nella stessa misura, delle analoghe esigenze di tanti comuni piccoli e medi, da anni, in difficoltà finanziaria”. A sostenerlo è il segretario regionale lucano della Dc Giuseppe Potenza, esprimendo “legittima soddisfazione perché la posizione assunta dalla Dc ha trovato ampi e diffusi consensi tra sindaci ed amministratori locali e da parte del gruppo Pdl alla Regione”.
“La questione non è certamente quella – dice il segretario dello scudo crociato – di negare ai bambini del capoluogo il servizio di mensa scolastica, ma piuttosto di evitare che sulla base di una esigenza giusta e condivisibile si realizzi una sorta di ennesima ingiustizia sociale ai danni di piccole comunità locali già in troppe occasioni penalizzate perché escluse dai grandi programmi regionali e comunitari di spesa. Non si può infatti sostenere che l’Amministrazione Comunale di Potenza, che ha accumulato pesanti debiti, abbia diritto ad interventi di finanziamento diretto della Giunta Regionale solo perché è la città più grande della regione, introducendo di fatto una condizione di disparità con i comuni e i cittadini che vivono lo stesso problema. Pertanto se si vuole realmente venire incontro al sindaco Santarsiero che farebbe bene a dichiarare il dissesto come hanno fatto tanti suoi colleghi di città molto più grandi (Catania e Taranto su tutte) per utilizzare la normativa nazionale – afferma il segretario Dc – c’è una possibilità concreta con la manovra finanziaria che la Regione dovrà definire ed approvare entro la fine dell’anno. Contestualmente al contributo straordinario e “una tantum” (da quantificare e comunque non superiore a un milione di euro), la Giunta regionale predisponga – è la proposta della Dc – un provvedimento finanziario che rimpingui il Fondo di Coesione destinato ai piccoli comuni (quelli al di sotto dei 2.500 abitanti) che potranno quindi attingere a nuovi finanziamenti per soddisfare le esigenze primarie in termini di servizi per cittadini e famiglie”.
(bas – 04)