Le norme in discussione sono ancora rimaste inattuate. In corso contatti tra gli uffici per un testo che superi le osservazioni
Le norme della Regione Basilicata che il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare sono rimaste inattuate, pertanto qualunque esito dovesse avere il relativo procedimento nessun effetto ci sarebbe tanto sulla macchina organizzativa della Regione Basilicata quanto sui suoi dipendenti.
Nella Legge regionale n. 31 del 2010, infatti, il Governo ritiene non rientrare nella potestà legislativa regionale quanto previsto dall'art.2 comma 10, ossia la facoltà che per coprire le posizioni dirigenziali già in pianta organica ancora scoperte dopo l'attribuzione degli uffici sia ai dirigenti interni, a quelli esterni e a quelli di altre amministrazioni utilizzati in Regione, fosse possibile ricorrere temporaneamente a funzionari apicali. Ma la Giunta, nel prendere decisione sulle nomine, ha ritenuto di non avvalersi di questa possibilità nonostante i 36 uffici ancora privi di dirigente per assicurare la funzionalità dei quali si è fatto ricorso ad una serie di incarichi ad interim.
Ugualmente ancora priva di attuazione è l'altra parte della legge impugnata, ossia l'art.5, riguardante la possibilità di computo ai fini dell'anzianità previdenziale dei periodi di lavoro precedenti all'assunzione per concorso prestati da taluni dipendenti presso gli Organi Politici della Regione stessa.
Sono comunque già in corso contatti tra Uffici Regionali e Uffici del Ministero degli Affari Regionali per una riscrittura del testo che possa superare le osservazioni di parte governativa.