La Basilicata – che ha già grandi numeri di produzione biologica, con il 21,2% della superficie agricola utilizzata, ovvero 115.144 ettari (su 542.256 ettari complessivi) destinata a coltura biologica e seconda per estensione solo alla Sicilia – per “coltivare” nuove ambizioni di mercati limitrofi, nazionali ed esteri punta sul nuovo logo bio europeo. Il vecchio era molto contestato, perché indistinguibile da quello delle Dop (Denominazione di origine protetta) ed Igp (indicazione geografica protetta) e generava confusione tra i consumatori. La Commissione Ue ha, quindi, adottato, con il Regolamento 271 del 24 marzo 2010, il nuovo marchio che diventa obbligatorio e che impone anche l’indicazione del luogo di origine in cui sono state coltivate le materie prime agricole.
E’ quanto sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori e la sua associazione per l’agricoltura biologica Anabio.
La genericità del logo, una foglia su fondo verde stilizzata da dodici stelle bianche e da una cometa, impone, tuttavia, una forte campagna di informazione per aiutare -affermano Cia e Anabio- i consumatori a riconoscerlo e ad associarlo al prodotto biologico. Si auspica, pertanto, un Piano di comunicazione, adeguatamente finanziato, anche per non rischiare di compromettere il mercato dei prodotti biologici che in Europa è molto vivace ed in continua crescita.
Per i dirigenti di Cia ed Anabio, si tratta di prepararsi a prospettive di ridimensionamento di aziende e superfici destinate al biologico, sia a causa della progressiva riduzione degli aiuti comunitari che di una sorta di selezione “naturale” tra i produttori dovute alle richieste specifiche di mercato: al primo semestre 2009 il numero delle aziende iscritte all’Albo regionale dei produttori e preparatori biologici è di 5310 unità e tale livello – come conferma l’Alsia – rimane stabile praticamente dal 2005. Le prospettive sono di un ridimensionamento di aziende e superfici destinate al biologico e di una sorta di selezione “naturale” tra i produttori dovute alle richieste specifiche di mercato Per questo i prossimi Bandi del Psr diventano strategici e sono occasioni da non sprecare.
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