Nell'annata agraria 2010 in Basilicata l'unico segno positivo è per il PLV (Prodotto Lordo Vendibile) che si chiude a più 1,6% (più 2,2% per l'ortofrutticolo, più 2,5% per il cerealicolo, più 1,6% per il settore latte, più 2,1% per il florovivaismo) e un incoraggiante segnale di incrementi in presenze e coperti nelle aziende agrituristiche con più 2,2%. I segni negativi invece abbondano: meno 80mila giornate lavorative e meno 1.200 addetti; -25mila ha di terreno investiti a cereali; -3% del patrimonio bovino; -14% degli allevamenti suini; -4% della Superficie Agricola Utile. Sono i dati principali diffusi dalla Cia-Confederazione Italiana Agricoltori che ha tenuto a Potenza l'assemblea generale regionale dei quadri dirigenti a conclusione del processo di autoriforma del nuovo sindacato degli agricoltori e del territorio. Proprio sullo stato di attuazione del PSR Giuseppe Cornacchia, responsabile nazionale Cia Area Territorio e Sviluppo Agricolo, ha tenuto una comunicazione sostenendo che "con un colpo di reni la Regione Basilicata ha sventato il rischio di disimpegno, ma il problema si riporrà il prossimo anno. La Basilicata a differenza di altre Regioni ha fatto scelte particolari per il PSR privileggiando gli investimenti nell'agro-alimentare. Per il presidente della Cia lucana Donato Distefano “tutti gli indicatori economici del 2010 confermano che siamo in presenza di una profonda ristrutturazione dell’impresa agricola lucana e contestualmente alla riproposizione del problema centrale della diminuzione di redditi che si può affrontare attraverso la nostra proposta di Sistema Qualità Basilicata. Quanto alle riforme annunciate in questi giorni per gli enti che operano in agricoltura (Alsia, Arbea, CdB) – continua – prendiamo atto che si è colmata una lacuna istituzionale perché con il ddl sulla Finanziaria Regionale 2011 si era puntato solo alle Comunità Montane, per altro con una posizione che sembra superata e inoltre il percorso di riforma della governance agricola, stralciato dallo stesso ddl della Finanziaria, ci sembra quello più corretto soprattutto perché improntato sulla concertazione". Distefano ha quindi rilanciato il Progetto Economico Cia per "definire una norma quadro regionale in materia di competitività del settore agro-alimentare e rurale tesa a garantire, in forma costante e strutturale, i necessari supporti al settore e alle aziende, recuperando un minimo di programmazione e coerente pianificazione in campo agro-alimentare. I circuiti brevi di commercializzazione – ha detto – sono uno strumento importante". Quanto alla ripresa della concertazione con il Tavolo Verde per la Cia a metà gennaio si entrerà nel vivo del confronto in tema di riforma della governance agricola".
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