“Arriva la rivoluzione federalista per le tasse comunali. E i Comuni già in rosso potrebbero perdere un introito per molti milioni di euro”. Lo afferma in un comunicato il consigliere comunale di Potenza del Pd Gianpaolo Carretta.
“Questo calo di gettito, secondo il governo, – prosegue – sarebbe compensato con l’eventuale emersione del sommerso. Con la cedolare secca, con un’aliquota del 25%, infatti, le tasse sugli affitti diminuiranno notevolmente rispetto alla situazione attuale e, di conseguenza, molti proprietari di seconde case potrebbero essere incentivati a stipulare contratti di affitto regolari. Ma la norma pone limiti precisi: riguarda solo i contratti di locazione abitativa e solo se il locatore è una persona fisica. La ragione di questi limiti è chiara: l'evasione sui canoni si realizza nell'abitativo, dove gli inquilini hanno meno interesse diretto alle detrazioni.
L'inquilino, a questo punto, dovrebbe dunque avere tutto l'interesse di verificare se il suo contratto di locazione è registrato e che lo sia per la cifra realmente pagata, perché, se il Fisco viene a scoprire la mancata o l'incompleta registrazione di un contratto di locazione, applicherà, oltre a una sanzione tributaria che può arrivare al 400% della cedolare secca, anche l'adeguamento automatico del contratto, con la durata normale di quattro anni automaticamente rinnovati di altri quattro alla prima scadenza. Il canone sarà pari a tre volte la rendita e con adeguamento annuo all'indice Istat ridotto al 75%.
Il provvedimento però – sottolinea Carretta – rischia di servire a ben poco per le locazioni di breve durata (come quelle turistiche o a studenti) dove l'evasione è un fenomeno massiccio: se l'inquilino non ha interesse a rimanere per anni nella casa non ha nemmeno alcun guadagno nel fornire informazioni alle autorità sul proprietario, poiché, se pure il contratto venisse ricondotto alle condizioni standard delle locazioni residenziali, il canone si ridurrebbe ma ci si dovrebbe anche assumere poi l'obbligo di dare sei mesi di preavviso al proprietario qualora si volesse lasciare la casa prima di quattro anni.
Con il federalismo fiscale viene ridato ai comuni il potere di “imposizione fiscale su immobili e territorio” e questo potrebbe significare che l’Ici è uscito dalla porta e potrebbe tornare dalla finestra. Per l’aliquota della nuova imposta municipale si è in trepida attesa e l’unica certezza è che i comuni potranno aumentare o diminuire il prelievo del 3 per mille e che comunque bisognerà attendere il 2014 prima che venga applicata. Si auspica – conclude il consigliere del Pd – che il suddetto federalismo non conduca a un’ulteriore indebitamento dei comuni e che, per rimediare alla perdita di Ici e Irpef, non si debba, per pareggiare i conti, applicare un’aliquota esageratamente elevata”.
BAS 05