CAMARDO (CISL): PORRE UN FRENO A INCIDENTI SUL LAVORO

“Di lavoro si continua a morire”. E’ quanto afferma Giuseppe Camardo, segretario confederale regionale della Cisl di Basilicata.
“Questa volta i tragici accadimenti – constata l’esponente sindacale – sono avvenuti a Pisticci e Montescaglioso. Si ripropone pertanto con drammaticità, uno dei problemi atavici del nostro tempo. Ancora una volta l’edilizia e l’agricoltura rappresentano i settori maggiormente colpiti, segno evidente dell’arretratezza ed inadeguatezza degli standard di sicurezza sui luoghi di lavoro. In provincia di Matera, purtroppo, dati ufficiali alla mano, dal rapporto Inail 2008, si evince che ci sono stati 226 infortuni in edilizia e 507 in agricoltura. Troppi. Nella casistica Inail – continua – sono questi i due settori ad aver riscontrato più infortuni sul lavoro. Non ci è mai piaciuto affrontare questa problematica sulla scia del tragico “evento”, tant’è che in tempi non sospetti e lontano da fatti traumatici, siamo sempre intervenuti, sollecitando a gran voce gli organismi preposti. Non può essere un caso se, sempre dal rapporto Inail emerge che la Basilicata e in particolare la provincia di Matera, è in netta controtendenza rispetto ai dati nazionali. Si evince appunto – fa notare Camardo – che i settori più colpiti sono l’edilizia e l’agricoltura, segno evidente dell’arretratezza tecnologica che finisce per aumentare i fattori di rischio causando incidenti il più delle volte mortali. A nulla servirà l’emanazione di nuove norme se molti obiettivi prefissati nella legge 626 del 1996, non sono stati raggiunti. Occorre chiedersi il perché, quali sono stati i punti di criticità e quali le responsabilità. Sappiamo benissimo che non basta emanare una norma per diffondere l’habitus mentale in materia di sicurezza, ma bisogna intervenire nelle logiche organizzative anche e soprattutto nelle aziende di piccole dimensioni. I dati relativi agli infortuni sul lavoro – conclude Camardo – oltre a rappresentare un ingente costo per la collettività, hanno raggiunto dei numeri a dir poco sconcertanti per un Paese civile. Fenomeno che per numeri e tipologia dei decessi ed infortuni somiglia sempre più ad un bollettino di guerra”.
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