Calvello, Navazio: da Ial indagine su falde inquinate

Il presidente del gruppo consiliare “Io amo la Lucania” ha sottolineato l’impegno proprio e del suo gruppo politico affinché la questione dell'inquinamento delle falde acquifere venga risolta in via definitiva

“Il gruppo Io Amo la Lucania si farà carico del problema delle falde inquinate che da anni sta investendo il territorio di Calvello”. E’ quanto ha detto il presidente di Io Amo la Lucania, Alfonso Ernesto Navazio, nell’incontro che si è tenuto a Calvello per affrontare, insieme con la comunità locale, il problema delle sorgenti poste sotto sequestro dalla magistratura. Un incontro al quale erano presenti un centinaio di persone e dove si toccava con mano la tensione che il territorio di Calvello sta vivendo da anni.

“Nei prossimi giorni – ha precisato il consigliere Navazio – daremo l’incarico ad un gruppo scientifico e, dunque indipendente, di procedere con le analisi delle acque, sostituendoci alle istituzioni che, in questa vicenda ormai nota da troppi anni, non hanno garantito la trasparenza; ad iniziare dall’Arpab chiamata in causa anche per altre vicende come quella dell’inceneritore Fenice di Melfi e che ho avuto modo di seguire in qualità di sindaco della città”.
Tra i relatori presenti al convegno dal titolo “Abbiamo il diritto di sapere”, anche gli avvocati Raffaela Forliano e Alfonso Fragomeni oltre al geologo Gianpiero D’Ecclesiis che, attraverso un’analisi tecnico scientifica, hanno illustrato l’evoluzione del problema dal 2003 ad oggi, facendo riferimento in particolare alle sorgenti Acqua Sulfurea e Acqua dell’Abete. “Quest’ultima – ha sottolineato nel suo intervento Fragomeni – nel 2008 fu oggetto di verifiche da parte dell’Arpab, la quale rilevò la presenza di rocce e terra di scavi contenenti sostanze pericolose”.
“Si tratta di un problema – hanno tenuto a sottolineare gli intervenuti – che stiamo sottoponendo da anni a chi di competenza, senza ricevere mai una risposta. I cittadini hanno il diritto di sapere. E’ necessario – ha precisato D’Ecclesiis – monitorare questa situazione ed analizzare le preziose risorse idriche che fanno parte del parco nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese favorendo una risoluzione del problema a cui oggi purtroppo gli enti competenti della Regione Basilicata non danno risposte”.

All’incontro era presente il sindaco di Calvello, Antonio Gallichio, che ha fornito alcune risposte su quanto oggi accade nel territorio calvellese con le estrazioni petrolifere. “Dopo il primo sequestro operato dal Corpo forestale dello Stato nel 2008, poco prima del secondo sequestro di Acqua dell’Abete, nel luglio di quest’anno, vi era stato un provvedimento di dissequestro ed una archiviazione da parte della magistratura. Nel giro di pochi giorni, è stato poi emesso un nuovo sequestro della sorgente Acqua dell’Abete ma – ha evidenziato il sindaco – nell’ultimo verbale, non vengono chiariti i motivi di questo nuovo atto da parte della magistratura”.

A margine dei lavori, Navazio ha garantito che il gruppo consiliare da lui presieduto “continuerà a tenere alta l’attenzione su quanto sta accadendo in questa parte del territorio lucano. Senza voler avanzare preconcetti sulle estrazioni petrolifere – ha precisato Navazio – e nello stesso tempo invitando l’Amministrazione comunale a non temere nessuno, noi continueremo ad amplificare queste problematiche che riguardano seriamente le nostre comunità, dal momento che gli organi deputati a tranquillizzare non lo fanno. L' ambiente – ha concluso – è materia di tutti".

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