Iniziativa sulla spiaggia simbolo delle vacanze: distribuito un opuscolo che illustra come vengono impiegati i fondi europei
Altro che “Meridionali Cialtroni”, per parafrasare una infelice locuzione utilizzata nel pieno dello scontro Governo-Regioni sull’ultima manovra finanziaria dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.
Questa mattina a Rimini, sulla spiaggia di Miramare, un luogo simbolo dell’estate italiana su cui sono presenti centinaia di persone provenienti dalle varie regioni italiane e dall’estero, una “pattuglia” di ragazze lucane ha distribuito un opuscolo realizzato dalla Regione Basilicata per illustrare le attività che sono state realizzate in Basilicata con i finanziamenti europei del Fesr 2007-2010. Sull’opuscolo, accanto allo slogan “Condivisione e Sviluppo” una sorta di timbro che recita “Meridionali cialtroni”.
L’iniziativa mira proprio ad offrire a una platea non composta solamente da lucani gli strumenti per rendersi conto di persona di quanto è stato fatto dai lucani grazie ai finanziamenti europei dando così modo a ciascuno di valutare le accuse di “cialtroneria” mosse dal ministro, per motivare la politica di tagli dei trasferimenti che il Governo centrale sta attuando.
Che, dati alla mano, la Regione Basilicata abbia già dimostrato come anche nel Sud si operi in modo virtuoso lo ha pubblicamente riconosciuto, di recente, anche il Commissario Europeo allo sviluppo regionale Johannes Hahn, il quale, in una intervista al Corriere della Sera, ha citato proprio la Basilicata quale Regione del Mezzogiorno da prendere ad esempio nell’utilizzo dei fondi europei, anche in rapporto a quanto avviene in alcune Regioni del nord Italia.
Non a caso, l’opuscolo predisposto per la campagna di informazione voluta dall’Autorità di Gestione dei Fondi Europei, si apre con una nota a firma del presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, che, orgoglioso di rappresentare agli occhi dell’Italia un Mezzogiorno diverso da quello descritto dal ministro esprime la voglia di questa terra “ di essere diversa dagli stereotipi infarciti di pregiudizio, propri di una pubblicistica nazionale votata allo scandalismo anti-meridionalista”.
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