“Un obiettivo strategico che rientra nel Po Fse 2007-2013”
“Il protocollo tra gli atenei del Sud di Puglia, Basilicata e Molise, firmato ieri da sei rettori, rappresenta il raggiungimento dell’obiettivo contenuto nel Po Fse 2007-2013, che non a caso abbiamo caratterizzato con lo slogan ‘Investiamo sul nostro futuro’, di creare reti tra Università, Centri Tecnologici di ricerca, mondo produttivo ed istituzionale del Sud, con particolare attenzione alla promozione della ricerca e dell’innovazione”. E’ quanto sostiene il vice presidente del Consiglio regionale Antonio Autilio (Idv), sottolineando che “viene riconosciuta l’intuizione strategica, che risale agli anni scorsi, che si basa sul miglioramento degli investimenti in capitale umano e nella ricerca per promuovere lo sviluppo, la piena occupazione e la qualità del lavoro. E a questo scopo la cooperazione, non solo tra le Università, ma tra i numerosi Centri di ricerca e di alta formazione presenti nelle tre regioni del Mezzogiorno, è uno strumento fondamentale”.
A parere di Autilio “si offrono nuove opportunità di studio e formazione per i giovani lucani che, come conferma la tendenza anche per il nuovo anno accademico, si iscrivono ad atenei del centro-nord ed hanno adesso una possibilità in più per scegliere l’ateneo lucano in rete con gli altri cinque del protocollo. Le proiezioni al 2020 sulla domanda e offerta di lavoro evidenziano – sottolinea il vice presidente del Consiglio regionale – che il nostro Paese rischia di farsi trovare impreparato ai prossimi cambiamenti del mercato del lavoro. Sul versante della domanda di lavoro, le ricerche del Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale (Cedefop), infatti, esprimono la chiara tendenza verso un'economia della conoscenza e dei servizi, che avrà bisogno di lavoratori sempre più qualificati. Nel 2020, l'economia europea domanderà il 31,5 per cento di occupati con alti livelli di istruzione e qualificazione, il 50 per cento con livelli intermedi, mentre i posti di lavoro per i soggetti con bassi livelli di qualificazione crolleranno dal 33 del 1996 al 18,5 per cento. L'innalzamento e l'aggiornamento del livello di qualificazione, se spesso è fatto corrispondere all'acquisizione di titoli di studio più alti, non può certo prescindere – continua Autilio – dalla realistica valorizzazione di conoscenze, abilità, competenze, certificate e validate alla conclusione di esperienze di apprendimento non formale e informale”.
“Per affrontare dunque la nuova sfida, una vera e propria rivoluzione nel modo di concepire e progettare la formazione, emerge come improcrastinabile la necessità di un rinnovato sistema di istruzione scolastica ed universitaria e di formazione professionale per superare le frammentazioni e la concezione della formazione in 'filiere' per passare a quella dei 'percorsi di apprendimento permanente e l’acquisizione di competenze', che siano sufficientemente flessibili e adattabili alle esigenze formative, educative e professionali dei singoli e del mercato del lavoro. Il protocollo di cooperazione tra i sei atenei – prosegue Autilio – rappresenta, inoltre, una buona occasione anche per i centri di ricerca e di alta formazione, dagli istituti del Cnr, a Metapontum Agrobios, alla Fomdazione Mattei e così via, in attività in Basilicata per allargare la propria utenza ed ampliare l’attività di ricerca. Un ruolo importante, sono certo, dovrà svolgere la Scuola di Restauro di Matera che rappresenta uno degli strumenti più qualificati e prestigiosi che arricchisce l’intero Mezzogiorno di un luogo privilegiato per la valorizzazione dei beni culturali e delle risorse umane e si candida pertanto ad esercitare un ruolo importante per i beni culturali dei Paesi del Bacino del Mediterraneo. Si tratta – conclude Autilio – di un’area eccellente di ricerca e di innovazione per la conservazione del patrimonio culturale ed il conseguimento del diploma di laurea quinquennale in restauro con una ‘missione’ molto più ampia. E insieme con la Scuola di Restauro di Matera dobbiamo rafforzare l’attività di ricerca e formazione nei settori dei Beni culturali e antropologici e dell’ambiente, che sono per la Basilicata settori strategici del nuovo modello di sviluppo perseguito”.