Apprendistato: Uil, intesa per rilanciare lavoro giovani

“L’intesa tra Governo, Regioni e tutte le Parti Sociali per rilanciare il contratto d'apprendistato professionalizzante che, in questi anni, ha subito una forte flessione quantitativa, coglie l'obiettivo di ridare certezze ad imprese e giovani soprattutto dopo i dati diffusi da Eurostat che vedono la Basilicata con il 38,3% di senza lavoro sotto i 24 anni di età tra le prime dieci Regioni dell’Ue per disoccupazione giovanile”. A sostenerlo è il segretario generale regionale della Uil della Basilicata Carmine Vaccaro, aggiungendo che “tra i motivi di uno scarso utilizzo vi è senz'altro quello provocato da una concorrenza "feroce" di altre tipologie d'ingresso nel mondo del lavoro che sono spesso utilizzate in maniera elusiva e distorta. In particolare la UIL condivide e sostene tutte le misure tese a limitare l'abuso e la reiterazione dei Tirocini formativi e delle Collaborazioni a progetto che nascondono veri e propri rapporti di lavoro subordinato.
L'apprendistato, invece – aggiunge Vaccaro – deve diventare il contratto d'ingresso «tipico» dei giovani nel mercato del lavoro. E agli apprendisti dovrà essere garantito il massimo di formazione da parte di tutti gli attori che hanno una responsabilità diretta nella gestione di questo strumento, a partire dalle Regioni o, in sussidiarietà, le parti sociali e gli enti bilaterali.
In questa fase, e in attesa di una revisione e di un chiarimento della normativa vigente, con l'intesa – riferisce Vaccaro – si stabilisce di avviare un tavolo tripartito per la "definizione di una mappatura condivisa della normativa concretamente applicabile Regione per Regione, settore per settore; delle linee guida condivise per la riforma dell'apprendistato professionalizzante secondo la delega contenuta nella legge n. 247 del 2007 in corso di riattivazione nell'ambito del disegno di legge 'collegato lavoro', valorizzando la formazione aziendale di tipo formale, la risorsa della bilateralità, il ruolo dei fondi interprofessionali e la tracciabilità sul libretto formativo del cittadino; di un quadro più razionale ed efficiente dei tirocini formativi e di orientamento al fine di valorizzarne le potenzialità in termini di occupabilità e prevenire gli abusi e l'utilizzo distorto degli stessi tirocini formativi e di orientamento e di altre tipologie contrattuali (in particolare le collaborazioni coordinate e continuative) in concorrenza con il contratto di apprendistato".
Secondo gli ultimi dati Isfol disponibili, nel 2009 s'è registrato un forte calo del numero dei contratti di apprendistato attivati (dai 645.986 del 2008 si è passati a 567.842 con una riduzione di 78.144 unità) in un contesto, qual è quello italiano, caratterizzato da tassi di disoccupazione giovanile tra i più alti in Europa. Inoltre, come si ribadisce nel testo ministeriale, solo il 20% degli apprendisti ha effettivamente ricevuto una formazione.
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