ANOLF-CISL: SERVE OSTELLO DEI MIGRANTI A POTENZA

Non c'è solo l'immigrazione clandestina a destare allarme e preoccupazione in Basilicata. L'Anolf, associazione della Cisl impegnata nella tutela dei lavoratori migranti, segnala l'arrivo nelle ultime settimane di decine di immigrati comunitari, soprattutto donne, provenienti dalla Romania e dalla Bulgaria. Arrivano con la speranza di trovare una nuova occupazione dopo aver perso il lavoro in madre patria, complice la crisi economica internazionale, ma in molti casi si tratta di lavoratori e lavoratrici che hanno perso una precedente occupazione in Italia. Chi non può contare su una rete di conoscenze, è costretto a ricorrere a soluzioni di fortuna: così c'è chi vive in macchina, ma anche chi finisce tra le maglie di personaggi senza scrupoli che offrono sistemazioni in cambio di soldi.

Una situazione che rischia di andare fuori controllo, denuncia l'Anolf, che chiede l'intervento delle istituzioni locali. “Il capoluogo di regione – denuncia il presidente regionale dell'Anolf, Michele Lapenna – non ha strutture di accoglienza temporanea per garantire agli immigrati regolari che arrivano in città una sistemazione dignitosa in attesa di trovare un'occupazione. Eppure altre città, come Melfi e Matera, dove già operano rispettivamente Caritas e Anolf, si sono dotate da tempo di strutture di prima accoglienza, autogestite con il contributo volontario delle associazioni coinvolte”.

Da qui la proposta che l'Anolf fa alla Provincia e al Comune di Potenza per dotare il capoluogo di una sorta di ostello dei migranti. “Noi pensiamo che si possa realizzare una struttura snella – spiega Lapenna – in grado di offrire ospitalità agli immigrati regolari per un periodo massimo di tre-quattro giorni, un centro autogestito dagli ospiti, con il costante supporto delle associazioni impegnate nel settore. Le strutture ci sono e ci sono pure le risorse economiche per realizzare un progetto che renderebbe meno traumatico l'arrivo dei lavoratori stranieri, sottraendoli alla rete di connivenze e compiacenze in cui molto spesso restano impigliati per mancanza di alternative. Sono certo – conclude Lapenna – che, con il comune impegno di altre associazioni, come le Acli, la Caritas e la Città dei Colori, sarà possibile realizzare questo progetto e fare in modo che Potenza dimostri concretamente di essere una città accogliente e solidale”.
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