"Era il 17 settembre del 2015, quando inoltrammo al presidente della giunta regionale, dott. Marcello Pittella, all’assessore alle politiche alla persona, prof.ssa Flavia Franconi e al presidente della IV commissione consiliare regionale competente sulle politiche sociali e sanitarie, dott. Luigi Bradascio, la richiesta sottoscritta da 27 pazienti in trattamento dialitico presso l’ospedale di Tinchi per la realizzazione di un centro dialisi pubblico nell’ospedale di Policoro, in grado di soddisfare tutte le esigenze dei cittadini malati di rene.
L’iniziativa sostenuta dall’ANED, Associazione Nazionale Emodializzati – Dialisi e Trapianto – Onlus, – scrive in una nota il segretario regionale Donato Andrisani – ottenne la solidarietà dei pazienti in trattamento dialitico presso gli ospedali di Lauria, Maratea, Matera e Potenza, perché fondata sui principi fondamentali del nostro sistema sanitario, quali l’universalismo, l’appropriatezza delle cure e l’economicità delle prestazioni.
Un anno fa oltre cinquemila cittadini lucani sottoscrissero la nostra petizione per ottenere un centro dialisi pubblico a Policoro, all’interno di un ospedale sede di PSA, pronto soccorso attivo, di Rianimazione, di Unità di Terapia Intensiva (Utic) e di altre strutture complesse idonee ad assicurare la sicurezza delle prestazioni erogate, la cura delle complicanze e le emergenze per i pazienti in insufficienza renale acuta e cronica.
Sarebbe stato un grande investimento per l’intera Regione, avrebbe costituito un punto di accoglienza per molti pazienti provenienti da altre Regioni, soprattutto nel periodo estivo.
Invece sia la Giunta regionale e l’intera maggioranza che sostiene il Governo della Regione sia l’Azienda Sanitaria di Matera hanno avallato la realizzazione di due centri dialisi, distanti appena 18 km., uno privato accreditato già in funzione nel comune di Policoro, l’altro all’esterno dell’ospedale di Tinchi, un misto pubblico privato tramite un appalto del valore di circa 8 milioni di euri.
Scelte davvero incomprensibili: creare doppioni, in un momento delicato per la sanità in Italia e in Basilicata, quando la richiesta dei cittadini di una struttura pubblica risulta preferibile sia per la sicurezza dei malati sia dal punto di vista economico.
Proposta perfettamente in linea con i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza e con il Piano Nazionale delle malattie croniche che annovera tra le altre opportunamente la malattia renale cronica.
Il Presidente Marcello Pittella non ha mai voluto ricevere i rappresentanti dei pazienti per affrontare direttamente le richieste contenute nelle petizioni.
L’ANED che da 44 anni difende le persone malate di reni, dializzati e trapiantati, continuerà a dar voce ai bisogni del malato e a renderli protagonisti, anche culturali, del cambiamento e della modernità.
Le malattie renali sono al primo posto in Italia per rilevanza epidemiologica, gravità, invalidità, peso assistenziale ed economico, difficoltà di diagnosi e di accesso alle cure.
Abbiamo un sogno:”Vorremmo un mondo senza dialisi e fermare la malattia renale”, una sfida che oggi si può e si deve affrontare.
Per questo è fondamentale potenziare le strutture pubbliche di Nefrologia e Dialisi che si occupano di tutti i vari percorsi assistenziali dalla prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione del paziente affetto da malattia renale, all’integrazione tra le attività di degenza, ambulatoriali, dialisi e trapianto al fine di garantire la continuità del trattamento e delle cure.
Necessario è il collegamento dei centri dialisi pubblici e privati accreditati alle Unità Operative di Nefrologia per definire la programmazione e il miglior utilizzo delle capacità professionali, delle risorse tecnologiche ed economiche.
Principi e idee che costituiscono il patrimonio culturale del nostro Servizio Sanitario Nazionale la cui missione, lo ribadiamo ancora, è la cura e la tutela della salute e della vita nell’esclusivo interesse dell’ammalato. Esso rappresenta una conquista sociale e di universalità a difesa della dignità di tutti".
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