Il consigliere regionale del Pd ricorda alcune misure varate con il Piano triennale dell’Arpab
“Il raggiungimento del quorum al referendum sulle trivelle del 17 aprile e la valanga di no al referendum costituzionale del 4 dicembre non sembrano aver avuto sbocco nelle politiche regionali. Alla richiesta di riscatto è seguita ancora una volta l'idea di prendere tempo; sono passati mesi ma tutto sembra procedere per inerzia”.<br /><br />E’ quanto afferma il consigliere regionale del Pd Piero Lacorazza rilevando che “in questo quadro l’approvazione del piano triennale dell’Arpab sembrava scivolare quasi come un adempimento burocratico. Per me non è stato così ed è per questo che mi sono astenuto in Commissione e solo a seguito dell'approvazione di alcune proposte ho votato a favore motivando, nel mio intervento, comunque, le criticità che ancora viviamo; ci vuole uno scatto diverso rispetto ai temi che stanno interessando la Val d'Agri”.<br /><br />Lacorazza sottolinea in particolare gli emendamenti approvati su sua proposta “per mettere il presidio Arpab nella Val d'Agri e nel Sauro a servizio dell’intera area delle estrazioni petrolifere condividendo questa attività con i sindaci del territorio, per il potenziamento della struttura dell’Agenzia impegnata nell’attività istruttoria per autorizzazioni ambientali, per coordinare le attività di monitoraggio per i Siti di Interesse Nazionale area industriali di Tito e Val Basento, per l’emanazione di un avviso pubblico e dei relativi criteri per l’assunzione del personale dell’Arpab”.<br /><br />Lacorazza è inoltre il primo firmatario di una mozione “che, accogliendo anche alcune proposte del Movimento Cinque Stelle, chiede ai presidenti della Giunta e del Consiglio regionale di dire no alle richieste di permessi di ricerca di idrocarburi, di promuovere, attraverso una proposta di legge al Parlamento, una modifica nell'art. 38 dello Sblocca Italia per reintrodurre il 'Piano delle aree', di proporre una nuova strategia energetica nazionale che investa nella green economy. E infine di far finalmente partire l’indagine epidemiologica a partire dalla popolazione della Val d’Agri”.<br /><br />“Queste proposte, insieme alle posizioni assunte in questi mesi – conclude Lacorazza -, costituiscono un’ulteriore risposta alla richiesta di riscatto che i lucani hanno espresso in maniera chiara con i referendum del 17 aprile e del 4 dicembre. Ora occorre continuare su questa strada, per dare concreta attuazione alle scelte fatte e ricostruire così anche un clima di fiducia fra i cittadini. Il riscatto entra, faticosamente, nelle istituzioni”.