Agricoltura: riprende la mobilitazione della Cia

Un’impresa agricola su tre è a rischio chiusura. I costi insostenibili, i prezzi non più remunerativi e i redditi ancora in deciso calo mettono in pericolo il futuro dell’agricoltura lucana, la cui grave crisi è sempre più ignorata a livello nazionale e decisamente sottovalutata a livello regionale.
E’ il nuovo SOS che la Cia-Confederazione Italiana degli Agricoltori raccoglie nelle campagne di Basilicata e rilancia – in un comunicato –  alle istituzioni e al mondo della politica.
In occasione della direzione della Confederazione – afferma il presidente regionale Donato Distefano – abbiamo espresso preoccupazione per le lungaggini nella fase istruttoria di bandi del Dipartimento Agricoltura e per il rinvio di altri importanti bandi, oltre che per le modalità di attuazione specie per quanto riguarda i PIF e per il futuro ancora incerto dell’Arbea. Siamo “assolutamente insoddisfatti” per l’assenza di un confronto mirato sul fronte del riordino degli enti agricoli e quindi della cosiddetta governance agricola, per le quali la Cia ha definito ed inviato all’assessore Mazzocco uno specifico pacchetto di proposte molto dettagliate. Riteniamo che il Tavolo Verde sia il luogo istituzionale per tale confronto.
A livello nazionale – riferisce Distefano – abbiamo deciso di riprendere la battaglia. A breve partirà la nostra campagna di mobilitazione. Andremo avanti con la massima decisione in difesa dei redditi dei produttori agricoli, che continuano a diminuire in maniera drammatica, e per far sì che il governo finalmente predisponga, come ha del resto già fatto con altri settori produttivi, misure efficaci a supporto delle aziende agricole che non possono continuare ad operare tra difficoltà e grandi incertezze. Crediamo che in questo particolare momento sia importante sviluppare -afferma il presidente della Cia- iniziative di carattere unitario sia a livello territoriale che nazionale. Occorre una forte mobilitazione per far sentire la voce del la protesta di un mondo, quello agricolo, che è stanco delle prese in giro, che è stanco della ghettizzazione, che vuole una politica veramente efficace nei confronti delle imprese. Cogliamo l’occasione per rinnovare la nostra richiesta di effettuare a breve la Conferenza nazionale sull’agricoltura e lo sviluppo rurale, preceduta da quella regionale. Sono appuntamenti imposti dai complessi problemi che attanagliano il settore.

Dalla “Carta di Matera” – un Patto tra l’organizzazione degli agricoltori e le amministrazioni locali per costruire una nuova politica agraria partendo dal territorio – al “Progetto di sistema Cia” – un’insieme di azioni per dare continuità all’autoriforma organizzativa con un programma di adeguamento dei servizi, di più forte tutela e rappresentanza sindacale e un progetto economico per l’agroalimentare “made in Basilicata”: è questo il percorso delineato dalla direzione regionale della Cia lucana che ha in cantiere per questo mese l’Assembla generale dei Gruppi di Interesse Economico, un convegno a Venosa sulla viticoltura e in campo agrituristico “weekend con il maiale e l e tradizioni di Carnevale”.
Quanto al Progetto di sistema Cia, il direttore regionale Luciano Sileo spiega gli aspetti più significativi che riguardano principalmente due aree: quella sociale con l’istituzione del “fascicolo famiglia agricola” per favorire un rapporto semplificato con la P.A.; l’impresa e il sistema delle Pmi con l’obiettivo di accrescere il reddito degli agricoltori.
Il responsabile dell’Ufficio Economico Paolo Carbone evidenzia "la rilevanza del Progetto Qualità Agroalimentare di Basilicata che prevede tra l’altro la realizzazione di circuiti brevi e sistemi di vendita diretta (Albo dei Produttori), il rafforzamento dell’associazionismo, la creazione del marchio di qualità, l’istituzione dei distretti di prodotto".

BAS 05

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