(AGR) EIPLI, MAZZOCCO: BANCO DI PROVA PER RIORDINO SISTEMA IDRICO

“Il futuro dell'Eipli, tornato in questi giorni al centro del dibattito politico-istituzionale a seguito dell'ipotesi di soppressione dell'Ente contenuta nella manovra economico-finanziaria del Governo, diventa un banco di prova per la Regione Basilicata, coinvolgendo anche la Regione Puglia, per compiere quella scelta netta indicata dal Presidente De Filippo nella relazione programmatica, per l'individuazione di un unico soggetto gestore delle risorse idriche disciplinando le modalità del trasferimento di reti ed impianti da parte di altri soggetti che di fatto, nella fase transitoria, hanno curato la gestione delle infrastrutture”. A sostenerlo è l'assessore regionale all'Agricoltura Vilma Mazzocco, per la quale “il riordino della governance nel comparto idrico, e quindi a servizio dell'agricoltura come degli altri comparti produttivi e delle esigenze civili delle nostre popolazioni, non è più rinviabile. Partendo dall'intesa sottoscritta nel 2008 dalle Regioni Basilicata e Puglia e che ha portato alla costituzione della nuova Acqua spa, la vicenda dell'Eipli può accellerare il processo di riorganizzazione del sistema idrico che vede attualmente operare sul territorio della Basilicata l'ATO Unico Basilicata, cinque Autorità di Bacino (Interregionale della Basilicata, Interregionale del fiume Lao, Interregionale del Sele, Interregionale della Puglia, Regionale della Calabria), tre Consorzi di Bonifica (Alta Val d'Agri, Bradano e Metaponto, Vulture-Alto Bradano), con casi di sovrapposizioni di compiti, funzioni e spesa. Se dunque la natura pubblica dell'acqua contro manovre nazionali in atto per la privatizzazione è una delle opzioni più qualificanti della Giunta Regionale, che va rafforzata accentuando la partecipazione attiva delle istituzioni locali e ispirando la gestione a criteri di crescente efficienza, efficacia ed economicità, per i servizi irrigui alle aziende agricole essa assume una maggiore rilevanza. Si tratta dunque di attivare un percorso comune con le organizzazioni professionali agricole e gli altri stakeholders orientato da una parte a risolvere le problematiche del comparto primario collegate al bene acqua e, dall’altra, a programmare iniziative a medio termine per ridefinire la governance generale della risorsa idrica per uso irriguo in modo da renderla compatibile ai reali bisogni degli agricoltori. La collaborazione tra Acquedotto Lucano e Società Energetica Lucana e la definizione di un Piano energetico aziendale per far fronte ai rilevanti oneri sostenuti per l’approvvigionamento dell’energia mediante un efficace utilizzo delle fonti rinnovabili sono già una prima concreta traccia di lavoro. Sono problematiche complesse – sottolinea Mazzocco – che riguardano aspetti non certo di immediata soluzione come ad esempio il mancato completamento della rete (il complesso delle opere e degli schemi idrici che alimentano la rete irrigua consortile fino alle singole imprese agricole, risulta ancora incompleto e non utilizzato al massimo delle potenzialità);l’obsoloscenza strutturale (nei comprensori irrigui di competenza dei tre Consorzi di Bonifica è ancora presente per alcuni subcomprensori e/o distretti irrigui una rete di distribuzione con canalette; l'obsoloscenza tecnologica (la rete di distribuzione all’interno dei comprensori irrigui non è caratterizzato da un adeguato livello tecnologico). Ma è soprattutto il Piano di Gestione Acque del Distretto Idrografico dell'Appennino Meridionale – che comprende Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Puglia – adottato di recente e le nuove esigenze delle aziende agricole lucane a richiederci una nuova visione sistemica ed una puntuale strategia di programmazione”.
(bas – 04)

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