“Finalmente è finita la farsa, il sindaco Santarsiero ha gettato la maschera”. E’ quanto dichiarato dal consigliere regionale del gruppo di An-Pdl, Michele Napoli.
“Che il Sindaco della città – continua Napoli – stesse provando ad attribuire la postazione del Direttore generale dell'Acta, secondo la logica della spartizione politica di posizioni apicali, lo avevo già scritto sul Quotidiano della Basilicata. In quella occasione, era il 20 settembre 2007, ‘malignavo’ che dietro il maldestro tentativo di dare il via al concorso per l'individuazione del Direttore generale dell'Acta c'era la volontà del sindaco Santarsiero di conseguire il suddetto obiettivo. Avevo visto giusto. Purtroppo. Le continue rassicurazioni rese per iscritto allo scrivente, in qualità di consigliere del Comune di Potenza, dal legale rappresentante dell'Acta, tese a fugare a noi maligni ogni dubbio circa il ‘regolare corso’ della procedura concorsuale per l'individuazione del Dg, sono state puntualmente smentite dai fatti: tre anni di continui impedimenti nell'avanzamento dei lavori della commissione, una interminabile lista di componenti la commissione del concorso che ‘per ragioni strettamente personali’ non accettano la nomina, il manuale della vergogna amministrativa scritto nelle Delibere del Consiglio di amministrazione dell'Acta di proroghe dei Direttori pro-tempore”.
“Non sono bastate le due diffide – sostiene Napoli – la prima del settembre 2007 e la seconda del marzo 2008 presentate personalmente dallo scrivente, per ottenere una rapida conclusione della procedura concorsuale. Si è proceduto, con perdurante inerzia, sino al traguardo della trasformazione in SpA dell'Acta del 30 dicembre 2009. A quel punto i giochi erano fatti: si poteva finalmente procedere alla nomina per chiamata diretta del Dg, ed uscire così dal vicolo cieco in cui ci si era ficcati. L'obiettivo è raggiunto per altra via. Il resto non conta. Ci si è persino dimenticati di annullare il vecchio concorso prima di procedere alla nomina del nuovo Direttore generale. Ho quindi provato – continua Napoli – ad immaginare il testo del decreto di nomina del Direttore, nella parte in cui occorre scrivere: ‘considerata l'elevata competenza specifica del candidato, visto il suo curriculum vitae dal quale emergono specifiche competenze, raffrontati i profili degli altri candidati’, che per inciso non esistono per espressa volontà del Sindaco, ed ho provato vergogna. Vergogna di appartenere ad una comunità in cui il Primo Cittadino ‘nomina’, in spregio ai più elementari principi della buona amministrazione, della competenza e della meritocrazia, il Direttore generale di un'Azienda allo stesso modo in cui Carlo Magno, nel lontano 800, poggiava la spada sul capo chino del servitore di turno per investirlo del titolo di Vassallo del Sacro Romano Impero”.